I bimbi sani che si contagiano possono avere ricadute gravi

PADOVA

Se è vero che generalmente i bambini affrontano il Covid in maniera del tutto asintomatica, è anche vero che in alcuni casi avviene che a distanza di tre settimane, addirittura un mese, si presenti una grossa infiammazione sistemica. Padova, e in particolare il reparto di Cardiologia pediatrica, ha recentemente affrontato il caso di un bambino che a causa del virus ha avuto ripercussioni serissime a livello cardiaco.

Certo, un caso più unico che raro. «Stiamo facendo degli studi sulla funzione cardiaca dei bambini che hanno avuto il Covid», spiega il professor Giovanni Di Salvo, che ha coordinato uno studio pubblicato sulla rivista più prestigiosa nell’ambito della cardiologia, l’European Heart Journal. Un lavoro che mette in evidenza come l’infezione da Sars-Cov-2 possa presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti. In particolare è stato analizzato il caso di un bambino di 4 anni residente in Veneto. Il piccolo, sano e senza alcuna patologia pregressa, nel mese di dicembre viene ricoverato nell’ospedale del luogo di residenza per febbre, congiuntivite e rush cutaneo. Subito gli viene fatto il tampone naso-faringeo che risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti Sars-Cov2 sono positivi. «Nessuno se n’era accorto perché era stato completamente asintomatico, ma circa un mese prima aveva contratto il Covid», spiega il professor Di Salvo. «È stata applicata una terapia standard, quella che si usa anche per la malattia di Kawasaki, ma il bambino ha iniziato ad avere un progressivo e acuto aggravamento a livello cardiaco». In breve tempo sviluppa una dilatazione delle coronarie e a quel punto viene trasferito d’urgenza in Azienda Ospedaliera a Padova, nel reparto di Cardiologia pediatrica.

«Presentava un quadro che determina un infarto del miocardio». Il bambino, trasportato in Terapia intensiva, viene trattato con successo, con un protocollo modificato di trombolisi, usato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid. «Si tratta di farmaci che servono a sciogliere i coaguli nel sangue e che vengono utilizzati rarissimamente nei bambini che di solito non hanno di questi problemi. Si utilizza nelle forme più aggressive di Kawasaki». Oggi il piccolo fortunatamente è a casa, ma necessita di controlli cardiologici specialistici e per lungo tempo, se non a vita, dovrà fare uso di farmaci antinfiammatori e cardiologici. «Mentre nell’adulto il Covid può dare gravi complicanze nella sua fase acuta, nei bambini, che di solito sono invece asintomatici, si possono registrare complicanze dopo le 4-6 settimane. La più comune è la sindrome multinfiammatoria sistemica Mis-c, che può coinvolgere vari organi tra cui il cuore». —



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