Il conte Capodilista dà lo sfratto a Forza Italia

L’aristocratico padovano, proprietario di Palazzo Grazioli, reclama arretrati per oltre 34 mila euro
Uno striscione con frase pro Berlusconi a palazzo Grazioli a Roma, 6 dicembre 2012. ANSA/CLAUDIO PERI
Uno striscione con frase pro Berlusconi a palazzo Grazioli a Roma, 6 dicembre 2012. ANSA/CLAUDIO PERI

PADOVA. L’aristocrazia padovana dà lo sfratto Forza Italia che avrà tempo fino al 15 gennaio per liberare Palazzo Grazioli (nella foto) la prestigiosa residenza romana divenuta simbolo dei vertici e degli incontri privati di Silvio Berlusconi. Scaduto il termine stabilito dal giudice civile, interverrà l’ufficiale giudiziario per lo sgombero. Il palazzo di via del Plebiscito appartiene ai discendenti dei nobili Grazioli ed è stato proprio Giorgio Emo Capodilista Maldura - 72 anni, conte e imprenditore agricolo, figlio primogenito del conte Gabriele Emo Capodilista Maldura e di Caterina Grazioli - che il 13 novembre scorso ha citato in giudizio i legali rappresentanti del partito berlusconiano, i parlamentari Rocco Crimi e Maurizio Bianconi, chiedendo loro il pagamento di 34.118 euro; secondo i suoi legali, l’ex Pdl non corrisponderebbe l'affitto dal mese di giugno, risultando moroso di 30.890 euro.

Il conte Emo Capodilista, informa il quotidiano Il Tempo, ha concesso in locazione al Pdl il piano terreno di palazzo Grazioli, con ingresso a via della Gatta 14, comprendente il «parlamentino» (un emiciclo in legno di circa 250 metri quadrati dove fino a poco tempo fa si tenevano riunioni e conferenze stampa); l'ex redazione del Mattinale, che si estende su altri 200 metri quadrati; e un'analoga porzione di spazio composta da uffici. Il canone annuo d'affitto era stato stabilito inizialmente in 75.600 euro, da pagarsi con rate anticipate da 6.300 euro entro il 5 di ogni mese. Tuttavia «per venire incontro al conduttore che lo ha richiesto», si legge nel contratto, il canone viene ridotto, concedendo al locatario la possibilità di recedere in qualsiasi momento con un preavviso di almeno sei mesi». Crimi e Bianconi si avvalgono di questa possibilità e inviano al conte una raccomandata con cui comunicano la volontà di recedere dal contratto. «I locali saranno liberati entro il 31 maggio 2013», si legge. Questo però non accade e da quel momento non viene nemmeno più versato l’affitto. Il proprietario pazienta alcuni mesi e poi decide di rivolgersi al Tribunale civile per ottenere lo sfratto e gli arretrati. «Il 10 gennaio faremo i conti», fa sapere l’avvocato dei forzisti Ignazio Abrigani «tengo a precisare che abbiamo già riconsegnato le chiavi dei locali di palazzo Grazioli che hanno l'ingresso in via della Gatta 14, quelle del Parlamentino e del Mattinale le restituiremo tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio».

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