Il governo ai sindaci veneti «Tasi e Imu ai Comuni»

Autonomia e federalismo fiscale, ovvero le tasse del Veneto devono restare ai Comuni: da vent’anni il dibattito ruota attorno a tale assioma. Cambiano i ministri, i governatori e i sindaci, cambiano anche i nomi delle imposte ma i soldi finiscono sempre a Roma. L’ultima battaglia riguarda la Tasi e l’Imu sulla seconda casa e i fabbricati industriali che i sindaci vogliono incassare direttamente nei loro bilanci.
Il «manifesto dei sindaci» guidati da Giovanni Manildo, è stato accolto dall’Anci del Veneto che ha chiamato a confronto i tre sottosegretari veneti: Pier Paolo Baretta e Enrico Zanetti, con delega all’Economia, e Barbara Degani con delega all’Ambiente. All’incontro hanno partecipato quattro parlamentari (Margherita Miotto, Giorgio Santini, Simonetta Rubinato, Filippo Busin), i sindaci Jacopo Massaro e Giovanni Manildo rispettivamente di Belluno e Treviso.
«Devono essere le municipalità a fissare i tributi sugli immobili, mentre il calcolo di Irpef e Iva spetta allo Stato centrale», spiega il presidente di Anci veneto Giorgio Dal Negro. «L’impegno dei sottosegretari è di avviare subito un tavolo di lavoro per accogliere le richieste. Poi c’è il fondo perequativo, da organizzare in forma regionalizzata seppure senza rinunciare a forme di solidarietà, scorporando un 20-30% del fondo. Intanto il patto di stabilità non va applicato per la manutenzione delle scuole, i comuni vanno messi nelle condizioni di fare subito gli appalti».
I tre sottosegretari hanno definito le richieste dei sindaci veneti «un ottimo punto di partenza per arrivare a una maggiore autonomia fiscale», tesi ribadita dai parlamentari. Dice il sottosegretario all’Economia Baretta: «Il manifesto unisce tutti i sindaci, a prescindere dai colori politici e la discussione va portata subito sul come attuare il federalismo. Si tratta di decidere cosa spetta ai Comuni e cosa a Roma. La Tasi è già una tassa comunale, ora bisogna completare il percorso, mentre l’Irpef rimane una tassazione nazionale. Secondo punto: superare il patto di stabilità. Il pareggio di bilancio ci consente di farlo nel giro di due anni, dobbiamo applicare i costi e i fabbisogni standard per razionalizzare le spese, oggi abbiamo introdotto il 10%. La posizione dei sindaci mi pare un buon antidoto alla ventata di falso autonomismo cavalcata dai secessionisti: per la prima volta c’è un documento ufficiale dell’Anci che porta avanti una linea federale e autonoma. Una posizione assai diversa rispetto a chi sostiene invece che si debba uscire dall’Europa e dall’Italia con il rischio che qualcuno voglia anche uscire dal Veneto» conclude il sottosegretario Pier Paolo Baretta.
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