il no al vaccino di troppi europei storia e cultura ci spiegano perché
Come è possibile che 150 milioni di europei, un terzo circa della popolazione, rifiutino il vaccino anti Covid? La distribuzione di quelli che non si vaccinano in Europa è disomogenea: ci sono Paesi in cui sono presenti in percentuale assai più alta che in altri. Viene la curiosità di domandarsi perché.
Per rispondere conviene riflettere sia sulla storia che sulle diverse culture – in senso antropologico – delle nazioni europee. Innanzi tutto, c’è l’area vasta dell’Est dell’Europa, dal Baltico ai Balcani, con al centro la Russia. Qui il rifiuto dei vaccini rimanda alla storia in modo chiaro: sia quella più remota che quella recente, ha visto le nazioni dell’Est dominate da imperi autocratici nei secoli passati o da regimi antidemocratici nel Novecento. La fiducia nell’élite al potere, qualunque essa sia, è quindi bassissima, e ingenera una insuperabile ostilità nei confronti di provvedimenti decisi dai governi, quindi alla larga dal vaccino “di Stato”, “a prescindere”.
Non c’è invece alcuna ragione di questo genere nei Paesi di lingua tedesca, dove il tasso di vaccinazioni rimane piuttosto basso. Qui i motivi sono di ordine principalmente culturale, perché si è radicata quella che chiamano “Naturmedizin”, cioè una “medicina naturopatica”. È figlia di un’ideologia “naturistica”, la cui pratica ha come scopo quello di stimolare una capacità innata di autoguarigione o di ritorno ad uno stato di equilibrio all’interno del corpo umano, alterato dalla malattia, attraverso il ricorso a rimedi di origine “naturale” che rimettono l’uomo in armonia con (supposti e non dimostrati) “ritmi naturali”. Queste forme di medicina “alternativa” non paiono avere alcun fondamento accertato dalla scienza sperimentale “evidence based”, e non reggono alla verifica clinica in studi controllati.
In Gran Bretagna il pragmatismo venato di disincanto che ne caratterizza la cultura ha ridotto assai la presenza di no vax, con una percentuale di vaccinati, tuttavia, non proprio altissima. Come anche in Francia, dove nella popolazione non manca una certa ritrosia, francamente poco spiegabile in quel civilissimo e democratico Paese, a sottoporsi alla vaccinazione. Nei Paesi mediterranei, come Italia, Spagna e Portogallo, non ci sono diffuse diffidenze pregiudiziali ed il tasso di vaccinazioni è, in media, abbastanza elevato; il popolo no-vax (al netto di chi teme conseguenze del vaccino negli anni futuri) ha motivazioni le più varie, in parte di origine “complottistica” (c’è in atto un complotto di Big Pharma), in parte antiscientifica (per pura e semplice ignoranza) o “naturistica” come nel Nord Europa, o persino di tipo “negazionista”, per cui il Covid non esisterebbe (3 milioni in Italia! ).
Angela Merkel ha espresso ammirazione per l’Italia ed i suoi tassi di contagio, ben più bassi che in Germania. Una volta tanto la (benevola) invidia teutonica fa piacere, anche se restiamo tutti in mezzo alle disgrazie da pandemia. Sperando di uscirne, prima o poi. Grazie ai vaccini. —
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