Il pm Paola Cameran si candida per il Csm

Padova. Ha indagato per anni in materia di ambiente, malattie professionali e infortuni sul lavoro. Poi le è capitato uno tra i peggiori scandali della sanità italiana, quello delle maledette valvole killer che si rompevano nel petto dei pazienti. E nella veste di pm ha individuato responsabilità, senza far sconti. Gli sconti poi li ha fatti qualcun altro ma la carriera del magistrato Paola Cameran, padovana, è andata avanti prima alla procura generale di Trieste poi in quella veneziana. Lei, dedita al lavoro e notoriamente fuori dai giochi, ora è tra i 16 candidati (unica nel Nordest) ai due posti vacanti nel Csm (l’organismo di autogoverno dei magistrati) dopo le dimissioni di Antonio Lepre e Luigi Spina, travolti dal caso “toghe corrotte” che ha messo sotto inchiesta il pm Palamara. In corsa Nino Di Matteo, pm nel processo sulla trattativa Stato-mafia e ora alla Direzione nazionale antimafia, anche lui slegato da cordate e correnti, anzi in polemica con esse. Si vota domenica e lunedì.

Cristina Genesin

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