In Veneto 6 medici di base su 100 hanno oltre 1.500 pazienti. E nel 2023 ne mancavano 609

I dati della fondazione Gimbe. In Veneto il massimale di 1.500 assistiti viene superato dal 64,7% dei medici di base della regione, molto oltre la media nazionale, che è pari al 47,7%

Gimbe, metà dei medici di famiglia supera i 1.500 assistiti
Gimbe, metà dei medici di famiglia supera i 1.500 assistiti

Quasi un medico di famiglia su due supera il limite massimo dei 1.500 assistiti. Lo sottolinea la Fondazione Gimbe, riportando dati forniti dal ministero della Salute, riferiti all'anno 2022: su 39.366 medici di medicina generale (mmg), il 47,7% ha più di 1.500 assistiti; il 33% tra 1.001 e 1.500 assistiti; il 12,1% da 501 a 1.000; il 5,7% tra 51 e 500 e l'1,5% meno di 51.

In particolare, il massimale di 1.500 assistiti viene superato da più di un medico di medicina generale su due in Emilia-Romagna (51,5%), Campania (58,4%), Provincia Autonoma di Trento (59,1%), Valle D'Aosta (59,2%), Veneto (64,7%).

E addirittura da due su tre nella Provincia Autonoma di Bolzano (66,3%) e in Lombardia (71%).

Sovraccarico di assistiti

«Questo sovraccarico di assistiti - commenta il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta - determina inevitabilmente una riduzione della disponibilità oraria e, soprattutto, della qualità dell'assistenza accendendo 'spie rosse' su tre elementi fondamentali: la reale disponibilità di mmg in relazione alla densità abitativa, la distribuzione omogenea e capillare sul territorio e la possibilità per i cittadini di esercitare il diritto della libera scelta».

La situazione in Veneto

In Veneto il massimale di 1.500 assistiti viene superato dal 64,7% dei medici di base della regione, molto oltre la media nazionale, che è pari al 47,7%. Il dato emerge dallo studio della Fondazione Gimbe, in base a quelli forniti dal ministero della Salute, riferiti all'anno 2022.

Il numero medio di assistiti per medico, al primo gennaio 2023 nell'intera regione è pari a 1.527, contro una media nazionale di 1.353.

Secondo la stima Gimbe, che prevede un rapporto di un medico di base ogni 1.250 assistiti (valore medio tra il massimale di 1.500 e l'attuale rapporto ottimale di 1.000), al primo gennaio 2023 in regione mancavano 609 dottori.

Tra il 2019 e il 2022 i medici di medicina generale in Veneto si sono ridotti del 11,4%. La media nazionale della riduzione è pari all'11%. Sempre in riferimento al 2022, il 64,9% dei medici di base aveva oltre 27 anni di laurea (la media nazionale è del 72,5%).

Sono 761 i medici che hanno compiuto o compiranno 70 anni tra il 2023 e il 2026, raggiungendo così l'età massima per la pensione; considerando l'età di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero borse di studio per gli anni 2020/2023, nel 2026 il numero dei medici di base aumenterà di 183 unità rispetto al 2022.

Stima della carenza di MMG al 2026

Tenendo conto dei pensionamenti attesi e del numero di borse di studio finanziate per il Corso di Formazione in Medicina Generale, è stata stimata la carenza di MMG al 2026, anno in cui dovrebbe “decollare” la riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR.

Considerando l’età di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero borse di studio messe a bando per gli anni 2020-2023 comprensive di quelle del DL Calabria per cui si sono presentati candidati, nel 2026 il numero dei MMG diminuirà di 135 unità rispetto al 2022, ma con nette differenze regionali.

In particolare saranno tutte le Regioni del Sud (tranne il Molise) nel 2026 a scontare la maggior riduzione di MMG: Campania (-384), Puglia (-175), Sicilia (-155), Calabria (-135), Abruzzo (-47), Basilicata (-35), Sardegna (-9,) oltre a Lazio (-231), Liguria (-36) e Friuli Venezia Giulia (-22).

La stima dell’entità della carenza è condizionata da differenti fattori. In particolare, è sottostimata dall’eventuale scelta dei MMG di andare in pensione prima dei 70 anni, dal numero di borse non assegnate e dall’abbandono del Corso di Formazione in Medicina Generale (almeno 20%).

Viene al contrario sovrastimata dall’eventuale decisione dei MMG di prolungare l’attività sino ai 72 anni e dalla possibilità dei medici iscritti al Corso di Formazione in Medicina Generale di acquisire già dal primo anno sino a 1.000 assistiti.

«Infine – commenta Cartabellotta – tali stime risentiranno del nuovo ACN recentemente sottoscritto, nel quale sono previste varie novità».

«La progressiva carenza di MMG – conclude Cartabellotta – consegue sia ad errori nella pianificazione del ricambio generazionale, in particolare la mancata sincronia per bilanciare pensionamenti attesi e finanziamento delle borse di studio, sia a politiche sindacali non sempre lineari.

E le soluzioni attuate, quali l’innalzamento dell’età pensionabile a 72 anni, la possibilità per gli iscritti al Corso di Formazione in Medicina Generale di acquisire sino a 1.000 assistiti e le deroghe regionali all’aumento del massimale, servono solo a “tamponare” le criticità, senza risolvere il problema alla radice».

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