Inchiesta sul crac Bpvi ora si indaga anche per falso in bilancio
VICENZA. Nuove indaginia della procura di Vicenza nell’inchiesta-bis sul crac BpVi aperta dalla procura dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza dell’ex Popolare. Ora i sostituti procuratori Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori stanno indagando anche per l’ipotesi di falso in bilancio.
Le indagini avrebbero fatto emergere una serie di comunicazioni non veritiere finite poi nei bilanci della banca. Rendiconti in parte dopati con dati inesistenti; in parte farciti da operazioni fittizie che avrebbero coperto una situazione finanziariamente senza ritorno. Una falsa rappresentazione contabile che in base alla tesi della procura sarebbe stata perpetrata dai vertici di BpVi con l’obiettivo di influenzare la raccolta creditizia. Insomma il management avrebbe chiesto di investire sulla banca mostrando dati inesistenti: gonfiati o, peggio ancora, del tutto fasulli. La procura, che nelle scorse settimane ha aperto un fascicolo per bancarotta, ha già provveduto a iscrivere i primi nomi sul registro degli indagati.
Il lavoro dei pubblici ministeri Pipeschi e Salvadori, affiancati dagli investigatori della guardia di finanza del colonnello Crescenzo Sciaraffa, è quello di arrivare a ricostruire le condizioni che nel corso degli ultimi anni hanno portato a creare la maxi voragine finanziaria. A fine giugno 2017, quando è stato dichiarato il suo fallimento, l’ex Popolare aveva un “buco” di quasi 4 miliardi di euro.
Tra le operazioni che in queste settimane sono finite sotto la lente di ingrandimento di pm e finanza c’è anche quella relativa ai fondi esteri Optimum (Multistrategy I e II) e Athena. Un investimento di 350 milioni di euro che ha poi provocato una perdita, nel giro di qualche mese, di circa 165 milioni. Per dare il via libera agli acquisti, l’area Finanza interna a BpVi avrebbe ottenuto la firma su una delibera del cda che stanziava 500 milioni di euro.
Ma i numeri complessivi del maxi crac stanno a testimoniare che quella dei fondi esterovestiti rappresenta solo una goccia nel mare delle operazioni che han finito per sommergere i risparmi di migliaia di soci . —
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