Influenza aviaria, Veneto in vetta. Già 24 gli allevamenti contagiati
L’allarme sanitario: superata la Lombardia come numero di focolai. Accertato un nuovo caso a Vigasio, in provincia di Verona, con 800 mila galline ovaiole. Confagricoltura: «Urgono misure efficaci»

Influenza aviaria, il Veneto supera la Lombardia nel triste primato dei numeri. Sabato scorso è stato accertato un nuovo focolaio a Vigasio, in provincia di Verona, in un allevamento di 800 mila galline ovaiole, che fa salire il totale regionale a 24 casi, contro i 23 lombardi, e a 53 il numero complessivo di focolai di aviaria in Italia, che hanno colpito anche Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
Il dato è emerso nel corso dell’incontro con le aziende avicole regionali, convocato da Confagricoltura Veneto, ad Albignasego. All’incontro hanno preso parte oltre 250 allevatori da tutta la regione. Ingenti ad oggi i dati dovuti all’epidemia, tra l’abbattimento di milioni di capi e il blocco dell’attività dovuto alle zone di restrizione.
Da ottobre 2024 in Veneto si sono verificati 24 casi, distribuiti tra le province di Verona (14), Treviso (7) e Venezia (3) secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Sono 37 gli uccelli selvatici in cui è stato trovato il virus H5N1, nelle province di Venezia, Verona, Padova e Rovigo. Si tratta di alzavole, gabbiani, oche, anatre selvatiche, germani reali, barbagianni, aironi, picchi, cormorani e falchi.
Calogero Terregino, direttore del dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’istituto Zooprofilattico delle Venezie, ha tracciato il quadro della situazione epidemiologica. «L’ultimo focolaio ha colpito un allevamento enorme di ovaiole nel Basso Veronese, con un impatto economico notevole anche in termini sanitari», ha ricordato.
«Il virus si sta modificando: circola in nuove aree come il Trevigiano, finora poco a rischio, con nuovi uccelli volatili infetti che lo propagano, come gli ibis e gli aironi, riuscendo anche ad adattarsi ad ambienti diversi da quelli accertati finora. Una situazione che pone un punto di domanda sulle misure di biosicurezza, che potrebbero non essere più sufficienti, e che rilancia l’opportunità dell’adozione di un vaccino, in sperimentazione tra Italia e Olanda. Se ne parlerà il 22 gennaio a Roma, al ministero».
Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto e il collega Michele Barbetta, hanno sottolineato la preoccupazione degli allevatori. «Servono misure finalmente efficaci per arginare questa malattia».
Il 30% della carne avicola nazionale arriva dal Veneto, che conta 6.300 aziende produttrici per un fatturato pari a 700 milioni annui. La carne avicola copre il 40% di quella consumata e ogni cittadino ne consuma annualmente circa 22 chili, oltre a 118 uova.
Da Venezia, in video collegamento, è intervenuto Federico Caner, assessore regionale all’Agricoltura: «Chiediamo l’intervento della riserva di crisi per i danni indiretti relativi anche alle annate pregresse. Ho ottenuto l’assicurazione che verranno stanziati fondi adeguati».
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