Inquilini, si cambia Le assembleee condominiali in videoconferenza
mestre. La tecnologia cambia anche un rito della tradizione italiana, l’assemblea di condominio, croce e delizia di tanti. Ora partecipare in videoconferenza è accettato dall’associazione degli amministratori di condominio.
Da sempre considerato il luogo delle più furibonde liti, emblema della difficoltà moderna del vivere assieme agli altri, l’assemblea condominiale cambia pelle. L’Anaci del Veneto, l’associazione degli amministratori condominiali e immobiliari, ne ha discusso a Soave, nel Veronese. L’incontro è servito a chiarire che, come nelle prassi oggi in uso nelle società di capitali, è ammissibile la partecipazione in videoconferenza alle assemblee di palazzo. Norma che sarebbe bene inserire nel regolamento condominiale ma si può già chiedere all’amministratore di partecipare in videoconferenza. Basta assicurare, dicono dall’Anaci, la “reciproca comprensione ed interlocuzione, affermando così equipollenza tra presenza fisica e presenza virtuale”. In parole povere, occorre che sia garantito un buon segnale di trasmissione di audio e immagini per validare la partecipazione. L’Anaci Veneto gioisce per aver indicato una «strada per gli almeno 40.000 condomini con oltre 600.000 unità immobiliari presenti nella regione».
Sul fronte inquilini, chi cerca di evitare l’appuntamento non avrà scuse; ora potrà scegliere se sfogarsi di persona con i vicini di palazzo o far valere le proprie regione, a distanza di sicurezza. Ci sono anche i pionieri, come Alessandro Zuin, attivo tra Mestre e Treviso: «Io lo faccio da un paio d’anni e va tutto benissimo», spiega. Altri, come il mestrino Luca Rizzi, lodano la scelta di categoria. «La nostra è una professione, che vogliamo cambiare radicalmente», dice il presidente Lino Bertin, «valorizzandone il ruolo di custodi di un bene comune, quale è la casa in condominio, microcosmo dove si riflettono le tensioni e le contraddizioni sociali». —
Mitia Chiarin
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