Inseguito dal vigile, scappa e si schianta

Tragedia sfiorata: grave giovane scooterista, anziana contusa
Aveva qualcosa da nascondere e la determinazione per non farsi scoprire. Davide Giacomello, 19 anni (compiuti il 27 settembre scorso), residente a Cadoneghe in via Pacinotti 45, è ricoverato in Clinica chirurgica (contusione polmonare) dopo un pauroso schianto in via Pontevigodarzere contro una Bmw serie 1 guidata da Matteo Pastrello, 36 anni di Mortise, via dell’Ippodromo, immobiliarista. Matteo Pastrello proveniva da Cadoneghe e stava svoltando a sinistra per entrare sul piazzale del distributore Q8. Davide Giacomello, invece, ieri mattina verso le 12,30 stava scappando a bordo del suo scooter 50 Yamaha, inseguito da un vigile urbano in sella a una Bmw R850. Il giovane stava correndo pericolosamente a destra delle auto, incolonnate lungo via Pontevigodarzere. E dopo aver superato un ciclista che viaggiava nella sua stessa direzione di marcia, Giacomello si è trovato la strada sbarrata dalla Bmw di Patrello. L’impatto è stato terribile quanto inevitabile. Lo scooter del giovane si è disintegrato contro il muso dell’auto tedesca, Giacomello è volato oltre il cofano e durante il volo ha perso il casco integrale (che con tutta probabilità non era allacciato sotto il mento) ed è caduto a terra sbattendo violentemente la testa contro la base di un palo pubblicitario che sostiene un cartello della Q8.


Il casco nero, invece, ha continuato il suo volo, colpendo al braccio un’anziana che stava camminando lungo il marciapiede, dalla stessa parte del distributore.


Il vigile urbano, sopraggiunto in moto dopo qualche secondo, si è immediatamente fermato. Ed è partita la macchina dei soccorsi.


Davide Giacomello è stato stabilizzato dagli operatori del Suem e portato in pronto soccorso (il giovane ha ripreso i sensi durante il trasporto, i medici nel pomeriggio avevano sospettato problemi alla milza, poi la prognosi è stata definita in 35 giorni), nel frattempo gli agenti della polizia municipale hanno chiesto l’ausilio della Polstrada per i rilievi (i vigili, infatti, non lo possono fare, essendo coinvolti direttamente dell’incidente).


Il giovane è fuggito al controllo stradale perché aveva qualcosa da nascondere: forse la moto truccata (è una delle ipotesi che verrà verificata nei prossimi giorni dai tecnici che effettueranno le verifiche), certamente la targa non regolamentare. La targhetta, infatti, era stata alzata e posta in una posizione quasi parallela al parafango, evidentemente per non permettere la lettura.


Verso le 12,15 Giacomello è passato per via Plebiscito in direzione Stanga a tutta velocità a bordo del suo «cinquantino». All’altezza della rotonda di via Bajardi, il giovane ha incrociato una pattuglia di vigili motorizzati (erano in due) che, notando la posizione della targa (e la velocità), si sono lanciati nell’inseguimento.


Davide Giacomello - stando alla versione dei vigili - in un primo momento si è fermato sopra il cavalcavia Grassi. Quindi i vigili lo hanno avvicinato ma lui, invece che mostrare i documenti, ha tirato un calcio alla ruota della moto di uno dei vigili (che ha perso così l’equilibrio) è ha imboccato, nuovamente a tutta velocità, la bretella che porta in via Friburgo. Dopo di ché, al primo semaforo, ha girato per via Maroncelli. Poi ha invertito la marcia salendo sul cavalcavia che porta a Mortise e zigzagando per viuzze e stradine è sbucato in via Ferrero e subito dopo in via Pontevigodarzere (sempre inseguito da uno dei due vigili con i lampeggianti della moto accesi). Convinto di potercela fare, Davide Giacomello ha superato a destra i veicoli in coda in direzione Cadoneghe, ma all’altezza del distributore Q8 (all’angolo con via Cortivo) non è riuscito a frenare in tempo schiantandosi contro la Bmw in manovra.


Qualche passante ha sollevato la questione sull’opportunità di inseguire uno scooter a tutta velocità per le strade cittadine, all’ora di punta, con le auto incolonnate. Ma le polemiche si sono subito smorzate per la tensione della tragedia.


L’assessore ai vigili urbani Marco Carrai, qualche ora dopo lo schianto, ha preso le difese del suo personale, affermando che se un suo agente ha ritenuto di fare ciò che ha fatto (inseguire uno scooterista in fuga) è perché era necessario.

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