La Brotto al convegno sulle dighe mobili

L’ex vicedirettore del Cvn invitata a Londra. Il Senato discute l’autorizzazione a procedere per Matteoli

VENEZIA. Nonostante il coinvolgimento nell’inchiesta sul Mose con la pesante accusa di corruzione, nonostante i 25 giorni di carcere e il mese di arresti domiciliari, l’ex vicedirettore del Consorzio Venezia Nuova, l’ingegner Maria Teresa Brotto (nella foto), ha partecipato all’incontro internazionale a Londra tra il 4 e l’8 ottobre scorso che riunisce gli enti di quelle città che hanno a che fare con il mare o, meglio, con le alte maree come accade a Venezia e che hanno adottato il sistema delle barriere mobili per impedire all’acqua di penetrare in città. Al «The International network of storm surge barriers» per il Consorzio lagunare c’era il direttore Ermes Redi, che è intervenuto. Ma c’era anche Maria Teresa Brotto, di cui il Tribunale del riesame, pur concedendole gli arresti domiciliari, ha scritto: «Non solo è ad integrale conoscenza di tutte le iniziative di Mazzacurati, ma vi ha partecipato fornendogli un contributo di partecipazione adesivo e consapevole».

Interpellato, il direttore Redi prende le distanze e spiega: «L’ingegner Brotto non era nella nostra delegazione. Era stata invitata dagli organizzatori». L’ex vicedirettore non sarà rientrata con lo stesso ruolo, ma la sua presenza a Londra pone degli interrogativi, anche perché poco più di una settimana fa ha patteggiato una pena di due anni di reclusione, consegnando per risarcire 600 mila euro.

In attesa che venga fissata la data dell’udienza durante la quale il magistrato valuterà la congruità o meno della pena sulla quale l’accusa e la difesa hanno raggiunto l’accordo per l’ex assessore regionale Renato Chisso e il suo segretario Enzo Casarin, il giudice Massimo Vicinanza ha chiesto delucidazioni ai pubblici ministeri Stefano Buccini, Paola Tonini e Stefano Ancilotto per quanto riguarda il capo d’imputazione contestato al primo. la pena prevista è di due anni, sei mesi e 20 giorni, compresa l’inchiesta sui rifiuti che ha coinvolto l’ex suo braccio destro in Regione Fabio Fior.

Ieri, infine, il Tribunale del riesame presieduto dal giudice Angelo Risi ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato Emanuele Fragasso per conto dell’ex presidente del Magistrato alle acque Maria Giovanna Piva, che chiedeva la restituzione del denaro che le era stato sequestrato.

Intanto, il caso Matteoli varca le porte del Senato. È prevista infatti per oggi alle 13.30 la seduta della Giunta per le immunità parlamentari del Senato. Secondo punto all'ordine del giorno - dopo l'insindacabilità di affermazioni del sen. Albertini - è appunto la domanda di autorizzazione a procedere nei confronti del senatore Altero Matteoli (Forza Italia) perché implicato nell’inchiesta Mose «nella sua qualità di Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio pro tempore e delle infrastrutture e dei trasporti pro tempore».

Giorgio Cecchetti

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