«La crisi è profonda Tra un anno spazio alla crescita estera»

AL VERTICE Il presidente di Veneto Banca Flavio Trinca e l’a.d. Vincenzo Consoli
MONTEBELLUNA.
Un anno per «digerire» le acquisizioni di Carifac, Apulia e Bim. Poi lo sguardo si poserà su Serbia e Bulgaria, perché l'Italia sembra ripiegata su se stessa. Nel frattempo, Veneto Banca si consola col bilancio della capogruppo, che da sola frutta un utile di 100 milioni di euro «semplicemente facendo il mestiere di banca». Vincenzo Consoli, amministratore delegato del gruppo di Montebelluna, mostra con orgoglio i coefficienti patrimoniali che pongono l'istituto al dodicesimo posto nella classifica delle banche italiane ma avverte che in tempi come questi «è meglio fare meno finanza e più banca». E conferma di aver alleggerito il portafoglio titoli, in gran parte investito in titoli di Stato. Una solidità confermata dalle agenzie di rating internazionali, ma che non deve far abbassare la guardia ad esempio sui crediti dubbi: nel 2010 hanno raggiunto il 7,45% (in termini assoluti 1,5 miliardi di euro): «un dato da alleggerire» ammette Consoli, che spiega come «le tre nuove banche arrivate abbiano un po' frenato la crescita e portato dentro qualche situazione da sistemare». Complessivamente, la fusione di Fabriano, l'incorporazione di Apulia e l'Opa su Banca Intermobiliare hanno comportato un esborso di 350 milioni di euro. Investimenti che non hanno impedito di remunerare i 44 mila soci (il 42% dei quali trevigiani, il 64% veneti) con sessanta centesimi di dividendo e un adeguamento del valore dell'azione a 39,50 (il rendimento complessivo è pari al 4,84 per cento). Le preoccupazioni di Veneto Banca sono legate soprattutto al sistema Italia: «Servono infrastrutture, una pubblica amministrazione più efficiente, una politica più seria» sibila il presidente Flavio Trinca, che su questi temi non le manda a dire. «Non sono completamente ottimista - aggiunge Vincenzo Consoli - la crisi non è superata, siamo reduci da due anni durissimi, nonostante l'impresa nordestina abbia protagonisti eccellenti. Chi esporta va bene e guadagna, ma la piccola impresa soffre ancora molto. La disoccupazione ha percentuali che il Veneto non ha mai conosciuto e temo crescerà ancora». Nel board dell'istituto di Montebelluna entreranno quest'anno tre nuovi amministratori: sono Fabio Cerchiai, presidente di Autostrade e di Atlantia, il presidente di BancApulia Vincenzo Chirò e l'ex presidente di Pop Intra Luigi Terzoli. Scontata la conferma degli uscenti Consoli, Gianquinto Perissinotto e Gianfranco Zoppas. Consoli annuncia ancora un anno di quaresima, con qualche razionalizzazione della catena soprattutto nel settore assicurativo, e poi nuove aperture in Emilia Romagna, Abruzzo e Molise. All'estero, aperti i fascicoli su Serbia e Bulgaria. Quanto a Generali, di cui Veneto Banca è presente con la quota di Ferak, Consoli da fiducia al management: «Quando c'è tensione tra presidente e amministratore delegato le cose non funzionano. Noi pensiamo che i manager siano validi».
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