LA LETTERA / Io sindaco vi dico perché odio il giovedì

"Da qualche tempo odio il giovedì", scrive Riccardo Roman, primo cittadino di Galzignano Terme. Perché? "E' il giorno in cui incontro i cittadini"
MALAGOLI VOTAZIONI GALZIGNANO RICCARDO ROMAN MALAGOLI VOTAZIONI GALZIGNANO
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GALZIGNANO. Da qualche tempo odio il giovedì, sì, perché da quando sono diventato sindaco, quasi dieci anni fa, il giovedì è il giorno in cui incontro i cittadini. Per molti anni non ci sono state sorprese, litigi tra confinanti, richieste di intercessione per una multa appioppata al figlio discolo, mamme scontente per qualche servizio scolastico, poco altro. Ma da qualche tempo il giovedì è cambiato, si è fatto molto più serio. Incontro quasi esclusivamente persone nel pieno della maturità, con una storia familiare e personale priva di sussulti particolari, che si trovano ad affrontare la perdita del posto di lavoro, risparmi che si vanno rapidamente assottigliando, costi fissi che non diminuiscono, prospettive zero, senso di fallimento personale dopo una vita impostata e costruita nel segno di una serena solidità. E il giovedì diventa duro, davvero duro. Provi a dare sostegno psicologico prima di tutto, diventi una spalla su cui appoggiare lo scoramento, tenti di intravvedere un appiglio, ti scervelli pensando se tra le centinaia di persone conosciute magari ce n’è una che possa dare una mano. La sera del giovedì sono rintronato, preoccupato ed incazzato. Si, sono incazzato, perché ho 46 anni, una famiglia, un lavoro (fortunatamente) e mi occupo di politica da una vita.

E allora mi incazzo prima di tutto con me stesso, perché è anche un mio fallimento personale se siamo qui, ora, in queste condizioni. Se questi uomini e queste donne, normali, perfettamente inseriti nella nostra società, rischiano di esserne tagliati fuori senza alcuna colpa… solo quella di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono incazzato perché vedo tante, troppe cose, con troppa chiarezza e non ho avuto la forza e la capacità di cambiarle.Vedo sindacati che garantiscono solo se stessi, troppi politici che pensano solo alla loro poltrona e ai loro privilegi, troppi cittadini che non vedono l’ora di farsi illudere, ancora una volta, dal più furbo, da quello che dice loro ciò che vogliono sentirsi dire, che li rassicura con un bel sorriso.Avremmo bisogno di potenziare i governi locali che capiscono i problemi della gente, danno lavoro alle piccole aziende e ossigeno alle famiglie, e invece tutti i tagli fatti finora sono stati agli enti locali. Per ridurre i “costi della politica” sono stati eliminati i consiglieri comunali che costano 18 euro a seduta!

E poi i partiti, incapaci di leggere un mondo che cambia. Parliamo ancora di comunisti, quando la più grande potenza capitalista del mondo è la Cina comunista! D’altronde, una classe politica incapace di cambiare come può essere in grado di capire e adattarsi al cambiamento?

Il centrosinistra che vincerà le prossime elezioni… che bluff ai cittadini. Le nuove ideologie saranno costruite sul sì o no all’Europa, sul sì o no alla moneta unica, sì o no alle regole del mercato globale e su questi temi nel centrosinistra c’è tutto e il contrario di tutto: chi governerà quando vinceranno?

Il centrodestra, allo sfascio, non sa se esiste né perché esiste, dai nostalgici berlusconiani (e già, sembra incredibile vero? Eppure esistono ancora!) a quelli che sembra stiano lì perché non sanno dove altro andare… provassero a casa… E poi c’è il centro, la mia casa politica dove tutti a parole sono d’accordo, ma si annusano, si studiano, non si fidano, come cani al primo incontro, non fanno l’unica cosa che dovrebbero fare: costruire insieme un unico grande soggetto che diventi la casa di tutti, con un programma chiaro e obiettivi condivisi. E invece finché loro si studiano la gente si schifa, di loro e di tutta la politica.Infine Grillo, un altro uomo della provvidenza, quanti ne abbiamo visti? Il condottiero senza macchia e senza paura, paladino delle decisioni politiche condivise dalla rete, basta che siano le sue decisioni, e che qualcuno non osi alzare la cresta, perché allora si scatenano le ire del nuovo Savonarola.

E intanto ogni settimana arriva un giovedì… ed io “odio il giovedì”.

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