La morta nuda è una studentessa iraniana

VENEZIA. Sarebbe una studentessa iraniana dell’Accademia di Belle Arti di Brera, la donna trovata morta e nuda in un canale del Lido lunedì notte, intorno all’1.30. Sulla vicenda in Procura a Venezia è stato aperto un fascicolo per omicidio. Titolare dell’indagine è il sostituto procuratore Giovanni Zorzi che coordina il lavoro degli uomini della Squadra Mobile. La donna è stata identificata. Si tratta, appunto, di una 35enne iraniana, studentessa di Belle Arti, residente nel milanese.
Gli inquirenti sono propensi a pensare che la donna sia stata gettata in acqua dopo la sua morte. Infatti stando al medico legale, la donna non è morta per annegamento e il decesso sarebbe avvenuto lunedì in giornata. Secondo le analisi del medico il cadavere è stato gettato in acqua all’incirca quattro ore prima del rinvenimento. Il cadavere è stato visto galleggiare vicino alle paline usate dai tassisti per ormeggiare le proprie imbarcazioni, nel canale che costeggia via Antonio Loredan, all’1.30 circa di lunedì notte.
In questo momento gli investigatori sono convinti che il corpo sia stato gettato nel canale da qualcuno. Persona o più persone che si erano rese conto che la 35enne era morta e non sapevano come fare per liberarsi del cadavere.
Come accade in queste circostanze gli inquirenti iniziano a indagare sulla vittima, sui chi era, su cosa faceva e sui suoi rapporti interpersonali. Fino a ieri non sono stati trovati legami con la città e nemmeno con la provincia di Venezia. Quindi i poliziotti hanno cercato negli ambienti milanesi. Qui, infatti, porta la sua identificazione avvenuta grazie alle impronte digitali rilevate dalla polizia scientifica di Venezia e sviluppate, poi, dal Gabinetto regionale di polizia scientifica di Padova.
Gli investigatori stanno cercando negli ambienti iraniani milanesi e dell’Accademia di Brera chi fosse la donna. La sua identificazione è un passo fondamentale per capire cosa possa essere successo e come sia finita al Lido la donna.
Ora bisogna attendere le analisi tossicologiche e patologiche per capire come sia morta la donna. Infatti dai primi accertamenti non si è trattato di una morte violenta. Quantomeno all’apparenza. Anche se va detto che non si è ancora appreso se non si sia trattato di una morte per asfissia a seguito di soffocamento o da strangolamento. Le prossime ore saranno decisive per capire come sia arrivata sull’isola la donna. È da immaginare che siano già iniziate le analisi delle celle telefoniche per sapere il tragitto fatto dalla donna che si presume avesse un cellulare, per arrivare a Venezia. Considerati gli studi seguiti dalla donna a Brera. È molto probabile che nella nostra città avesse delle conoscenze, proprio per motivi di studio.
Rimane il mistero dei vestiti che non sono stati trovati. L’unica cosa che la 35enne indossava era una collanina di perle colorate.
Carlo Mion
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