La Regione cede: pagherà 30 milioni a Net

VENEZIA. Svolta nel logorante braccio di ferro che oppone la Regione Veneto alla società Net Engineering di Giovanni Battista Furlan. Quest’ultimo reclama il pagamento di 24 anni di studi, progettazioni e verifiche riguardanti il Sistema ferroviario metropolitano di superficie, contestati però dal committente - in origine l’amministrazione di Giancarlo Galan, ora quella di Luca Zaia - con conseguente battaglia legale, culminata nei lodi arbitrali favorevoli all’imprenditore privato. Fino al pignoramento di 45 milioni di euro presso la Tesoreria regionale, proporzionale al cumulo di parcelle, risarcimenti e interessi passivi. Ieri, però, in apertura dell’udienza fissata al Tribunale di Venezia per disporre l’assegnazione a Net delle somme pignorate in esecuzione del lodo, è intervenuto il capo dell’Avvocatura regionale, l’avvocato Ezio Zanon, delegato da Palazzo Balbi a rendere dichiarazioni al giudice Nicola Carpenedo. Zanon ha annunciato che la Regione intende pagare quanto dovuto alla società di Furlan immediatamente dopo che il Consiglio del Veneto, nella sessione convocata a partire dal 16 dicembre, avrà approvato l’assestamento di bilancio. Un impegno formalizzato nella lettera consegnata al magistrato, dove si assicura che a Net sarà liquidato quanto dovuto «a prescindere da ogni determinazione del giudice dell’esecuzione». Di fronte al mutato atteggiamento, il giudice Carpenedo ha deciso di aggiornare al 9 gennaio prossimo l’udienza per l’assegnazione forzosa della somma pignorata, dando così tempo alla Regione di far seguire alle dichiarazioni i fatti. A tutt’oggi - va precisato - Palazzo Balbi ha riservato a bilancio un fondo complessivo di 30 milioni per la società di progettazione che ha sede a Monselice.
«La decisione della Regione è stata accolta con grande soddisfazione da Net e dai tanti collaboratori che da mesi vivono una situazione di incertezza e di precarietà», recita una nota della spa presieduta dall’ingegnere Furlan «quanto a Net, la sua disponibilità a realizzare un progetto in cui continua a credere e che ha difeso contro lo scetticismo e persino l’ostilità di tanti, è documentata dagli innumerevoli tentativi, sempre caduti nel vuoto, di confronto e dialogo». Chiosa polemica: «Rimane il rammarico per quanto era possibile fare e non è stato fatto; di quante risorse umane e finanziarie siano state sprecate nel tentativo di soffocare una società indipendente, non assoggettabile a quelle logiche spartitorie che la magistratura veneziana ha recentemente scoperto e spezzato».
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