L’ascesa di Rizzotto in Sicilia deputato della Lega di Salvini

Storia di un dirigente del comune di Palermo approdato a Palazzo dei Normanni Il legame con Salvina Profita, che occupa la poltrona destinata al compagno
L’unica cosa che ha di veneto o vagamente nordista è il nome: Toni. Tutto il resto è made in Palermo, con una ubbidienza allo stereotipo isolano che è un’offesa per quell'esercito di giovani e meno giovani costretti ad abbandonare la Sicilia alla ricerca di una chance che a queste latitudini offrono solo le confraternite, i clan familistici, gli amici degli amici.


Tony Rizzotto è il primo onorevole leghista siciliano certificato dal buon Matteo Salvini, il primissimo della storia a sedere sugli scranni tutt’altro che immacolati dell'assemblea regionale. Nessuna bandiera padana né tantomeno corna celtiche per l'insediamento, ma più prosaicamente un politico, compare Toni, con il suo blazer blu di ordinanza, una chioma troppo nera e folta per essere vera e un curriculum vitae che da solo tradisce tutto quello che la Lega Nord (per l’occasione delle regionali siciliane ripulita dal punto cardinale con disappunto di Bossi) ha professato fin dai giorni lontanissimi della sua fondazione. Scordatevi il popolo delle partite Iva e la difesa a oltranza dei ceti produttivi.


Tony Rizzotto è un funzionario del Comune di Palermo che ha trasformato l'impiego parastatale in un trampolino di lancio per una serie di incarichi politici che l’hanno visto accomodarsi sulle ambite poltrone di alcuni dei più celebri carrozzoni regionali; dall'ente di formazione per persone disabili e disadattati sociali (Isfordd) all'istituto dei sordomuti, passando per la presidenza provinciale dei mutilati e invalidi civili.


Incarichi che gli hanno fruttato un pacchetto di voti (4mila) con i quali nel corso degli ultimi vent'anni ha dato l'assalto agli scranni di Palazzo dei Normanni. Qualche volta è andata bene, altre volte meno. E' la politica, si sa.


Ma Rizzotto ha incorporato nel suo Dna il trasformismo siculo. Lui è nato democristiano, si è invaghito del centrodestra e dopo gli inevitabili stop and go è passato armi, bagagli e pacchetti di voti al movimento dell'autonomia di Raffaele Lombardo, l'ex presidente della Regione anche lui democristiano di lungo corso folgorato sulla via dell'autonomismo e poi travolto da una serie di inchieste giudiziarie che l’hanno messo fuori gioco.


D’accordo, ma che c'entrano Salvini e la Lega in tutto questo? La domanda è legittima, anche perché la strana coppia Salvini-Rizzotto poco o nulla sembra avere in comune.


Uno si aspetterebbe dal Toni una vis polemica e una oratoria che prendesse di petto i potentati isolani che hanno sbranato la Sicilia. E invece assiste a una serie di “non so” che Rizzotto scodella con una frequenza sospetta.


Il programma politico di Toni? Rivoluzionario: «Potenziare le infrastrutture e difendere i prodotti agricoli». Meglio passare al ramo familiare, dove Rizzotto vanta una compagna, Salvina Profita (in Sicilia esiste anche il femminile di Salvini) che lo spalleggia nel momento del bisogno.


Toni nel 2012 non può assumere la presidenza di Italia lavoro Sicilia (300mq nel cuore di Palermo a 5mila euro di affitto al mese) per incompatibilità con l'impiego al Comune? Niente paura, in pista scende Salvina, che occupa la poltrona destinata al suo compagno.


Un avvicendamento che si ripete nel 2017, quando Rizzotto lascia l’Isfordd. Cose che metterebbero in imbarazzo l’establishment pure in Burundi, ma Toni oppone un sorriso e i suoi “nenti sacciu” mentre Salvina difende con le unghie e con i denti i suoi incarichi: «Sono stata nominata solo perché sono brava; la mia relazione affettiva con Rizzotto non c'entra nulla».


In effetti la Profita, una laurea in Psicologia e un passato da candidata alla municipalità di Palermo, è un tipo tosto. Matteo Salvini farebbe bene a non perderla di vista.


In caso di dissapori con il neodeputato leghista o frizioni con altri partiti del Centrodestra, non ci stupiremmo se alle prossime politiche debuttasse la lista «Noi con Salvina».


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