Lega contro Pdl: crisi in giunta a Rovigo

ROVIGO
In bilico sulle proprie dimissioni, la giunta comunale di Rovigo, di fatto, da ieri non esiste più: il vice sindaco Monica Giordani e l’assessore al personale Franco Berti, entrambi leghisti, si sono dimessi uno dopo l’altro. In questo modo, alla giunta è venuta a mancare la seconda gamba leghista sulla quale reggersi insieme essendo l’altra, la pidiellina, quella che ottenuto la maggioranza relativa dei voti alle elezioni del maggio scorso.
Il sindaco, Bruno Piva (Pdl), prende atto. In realtà la «governance» rodigina traballava da tempo, ma quello che è successo ieri, più che un’operazione politica, sembra lo sbocco di una crisi di nervi. Un tentativo di rimpasto scivolato nell’ingovernabilità. Ieri mattina si doveva dimettere solo l’assessore al personale Berti. Un’uscita morbida per favorire l’ingresso in giunta dei tre dissidenti leghisti che in consiglio formano un gruppo autonomo, Di Santo, Martinello e Bedendo maroniani da tempo e in aperto dissenso con il segretario provinciale Contiero. Dietro le quinte, a spingere per il buon esito dell’operazione, ci sarebbero stati l’assessore regionale allo sviluppo economico Isi Coppola e il presidente degli industriali Gian Michele Gambato. Ora anche il «backstage» è in subbuglio, protagonisti e ispiratori non rilasciano commenti politici.
Questo perché le intenzioni della mattina si sono presto trasformate in un incubo. Nel pomeriggio il segretario leghista bussava alla porta del sindaco e a bruttomuso gli diceva che la cosa non gli piaceva, che, anzi, si riteneva politicamente offeso da un’operazione politicamente ispirata del Pdl; per cui non un assessore se ne andava ma due, non solo Berti ma anche il vicesidaco Giordani, e questo ce lo metteva direttamente lui.
Giordani e Berti non hanno mai avuto la tessera leghista, tecnicamente sono dei leghisti anomali, ma hanno ubbidito. Prima di sera le dimissioni erano sul tavolo di Piva.
Cosa succede ora? I giochi sono aperti. E il pallino ce l’ha in mano l’indispettito Contiero. Purtroppo per lui non sono molti i tiri disponibili: Berti, l’ex suo assessore, è «colpevole» di aver avallato un’operazione eterodossa ispirata dal Pdl (è anche presidente della Cassa Edile), la vice sindaco Giordani ha ubbidito ma nenche lei ha la tessera. Per trovare altri leghisti da mettere al loro posto, Contiero dovrebbe ricorrere ai tre dissidenti in consiglio, cosa si per impensabile.
Insomma, la situazione è sfuggita di mano, a lui che vorrebbe riprendersi il bastone del comando politico, e agli altri che da dentro il consiglio e dalle stanze dell’economia volevano dare una raddrizzata alla giunta, irrobustendola non farla fuori.
Il sindaco Piva aprirà già oggi le consultazioni, dovrà rimescolare le deleghe offrendo un pacchetto tale da soddisfare la segreteria leghista e il suo partito.
Se non lo fa, non restano che le elezioni anticipate. (e.r.)
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