Leghista controcorrente «Celebrerò le nozze gay»

MONTEBELLUNA. «Le leggi sono leggi e vanno rispettate e applicate»: non ha dubbi il sindaco leghista di Montebelluna, Marzio Favero, a proposito dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Se si presenta in municipio una coppia di donne o di uomini che vogliono contrarre l'unione civile, lui non si tira indietro, al di là di cosa pensa intimamente e di ciò che dicono tanti suoi colleghi dello stesso partito, al di là del fronte del “no” alle unioni gay dei sindaci del Carroccio. Va però precisato che, finora, richieste specifiche al Comune di Montebelluna non ne sono arrivate.
Il sindaco Favero ci tiene però a precisare una cosa: «Non mi sono posto la questione perché finora non c'è stata alcuna richiesta di unione civile tra persone dello stesso sesso, vedrò quando ne arriveranno, valuterò al momento opportuno. Ma dovrò comportarmi in modo civile e corretto. Prima di prendere posizione devo fare una riflessione che sia rispettosa delle diverse sensibilità».
Ma, poi, il primo cittadino di Montebelluna mette in chiaro che lui, le leggi, piacciano o non piacciano, le applica. Insomma, siamo di fronte a un sindaco leghista controcorrente.
«C'è una legge, approvata dal Parlamento - ribadisce - e questa legge va rispettata, piaccia o no. Se non si rispettano le leggi salta il presupposto del vivere civile, è un fatto di cultura e, nel contempo, di civiltà giuridica. Le leggi si rispettano, se si considerano sbagliate, casomai si lotta per modificarle, ma finchè sono in vigore un sindaco deve attenersi ad esse. Io non condivido certo le normative fiscali che soffocano le nostre imprese, ma devo applicarle, così come sono scritte, finché non vengono modificate. Francamente non vedo altre opzioni».
Ai suoi colleghi sindaci, della stessa fede politica, che hanno lanciato proclami contro la legge Cirinnà fischieranno adesso un po’ le orecchie di fronte alla posizione assunta da Marzio Favero. Più di qualcuno di loro ha affermato che mai e poi mai avrebbe unito civilmente due persone dello stesso sesso, in nessun caso e ad ogni costo.
Ma, si sa, il sindaco di Montebelluna, rieletto a furor di popolo a giugno, al primo turno, con il 52% dei voti, non è certo nuovo a prendere posizioni che non rispecchiano proprio l'ortodossia leghista e non è certo uso a lanciare proclami propagandistici solo per parlare alla "pancia" del partito. Da sindaco lui fa il sindaco e le leggi dello Stato è tenuto ad applicarle, casomai le contesta dialetticamente, ma non le mette a fare la muffa nel cassetto. E, per spiegare la sua posizione, da buon filosofo tira in ballo Socrate, il filosofo greco che si è ucciso con la cicuta dopo essere stato condannato a morte.
«Socrate ha preferito morire anziché violare le leggi - dice Marzio Favero - per insegnare che le leggi vanno comunque rispettate», ricordando che il filosofo greco rifiutò di sottrarsi alla condanna, che pure riteneva ingiusta, perché la fuga sarebbe stata una violazione delle leggi. E, da buon filosofo, il primo cittadino di Montebelluna ritiene le leggi siano la base del vivere civile e lui intende applicarle.
Enzo Favero
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