L’ex ad Consoli rinviato a giudizio Ad aprile inizia il processo per il crac

Il suo legale contro la procura della Repubblica di Treviso: «Incoerente, il mio assistito non può aver fatto tutto da solo» 
L'ex amministratore delegato di Veneto Banca Vincenzo Consoli all'uscita di Palazzo San Macuto al termine dell'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche. Roma, 15 dicembre 2017. ANSA/ GIUSEPPE LAMI
L'ex amministratore delegato di Veneto Banca Vincenzo Consoli all'uscita di Palazzo San Macuto al termine dell'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche. Roma, 15 dicembre 2017. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

Marco Flippi / treviso

Rinvio a giudizio per Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato di Veneto Banca, responsabile, secondo la procura della Repubblica di Treviso, del crac che ha cancellato dalla geografia degli istituti di credito italiani l’ex Popolare di Montebelluna. Un’udienza preliminare dall’esito “quasi” scontato e che non ha riservato sorprese. Consoli sarà processato dal collegio del tribunale di Treviso a partire dall’udienza di sabato 10 aprile in un procedimento sul quale pesa l’ombra di una prescrizione imminente che, come ha sottolineato ieri mattina in arringa l’avvocato di Consoli, «non è certo ascrivibile ad una condotta dilatoria della difesa» visto che le indagini delle procure di Roma e Treviso si sono protratte per anni prima di arrivare alla richiesta di rinvio a giudizio dell’ex ad di Veneto Banca per i reati di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto.

Prima che il giudice Zulian arrivasse ieri, poco prima delle 14, alla decisione di rinviare a giudizio Consoli, a parlare per un paio d’ore è stato il difensore dell’ex ad di Veneto Banca, l’avvocato Ermenegildo Costabile del foro di Milano.

Una difesa che non ha risparmiato attacchi alla procura. Costabile ha evidenziato quelle che lui ha definito una “serie di contraddizioni dell’accusa”. «Un’accusa» ha sottolineato poi l’avvocato Costabile, all’uscita del tribunale di Treviso «che tutti giudicano incoerente perché rivolta nei confronti di una sola persona. Consoli non può avere fatto tutto da solo. Se gli si possono muovere degli addebiti, questi possono soltanto essere di natura colposa. Consoli che ha ingannato le autorità di vigilanza? Fa ridere. Consoli che ha ingannato gli investitori commettendo i reati di aggiotaggio e falso in prospetto? Ha perso anche lui la bellezza di 8 milioni di euro».

Costabile ha anche puntato il dito sulla genericità del capo d’accusa formulato dalla procura e soprattutto sul fatto che se ora ci sono tempi stretti perché si arrivi alla sentenza non è certo colpa della difesa, visto che l’inchiesta tra Roma e Treviso è durata quasi cinque anni prima di arrivare ad una formale richiesta di rinvio a giudizio.

Nel frattempo, ieri mattina, a udienza in corso, all’esterno del tribunale, si sono radunati una trentina di risparmiatori, per la maggioranza appartenenti all’associazione Don Torta, presieduta dall’avvocato Andrea Arman, pure lui ex risparmiatore di Veneto Banca, che nel complesso ha perso centinaia di migliaia di euro. «Sappiamo tutti che a novembre i reati contestati Consoli dovrebbero cadere in prescrizione» dice «L’esito di questo processo ha solo un interesse emotivo. La nostra presenza è condensata in uno striscione che esponiamo oggi “Ma Banca d’Italia dov’era?”. Anche noi siamo convinti che Consoli non poteva aver fatto tutto da solo. Nel frattempo, però, oltre a diversi suicidi, abbiamo assistito alla condanna di due risparmiatori rei di aver manifestato tutta la propria disperazione per i soldi persi. Un altro sarà processato a breve».

Dunque sabato 10 aprile inizia il processo a Consoli, ma a questo punto, vista l’imminente prescrizione, l’interesse dei risparmiatori si concentrerà soprattutto su quello del 15 aprile a Roma contro la società di revisione PricewaterhouseCoopers. —

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