L'ex Criosbanc se ne va, a casa tutti i 200 operai

Sposterà la produzione nei paesi dell'Est Europa, lasciando senza lavoro tutti i 193 dipendenti, l'ex Criosbanc di Torreglia, azienda produttrice di frighi industriali. Proteste degli operai che hanno convocato un'assemblea permanente: "Devono ritirare i licenziamenti". Fatturato calato nel 2009 del 45%
BELOTTO PROTESTA DIPENDENTI CRIOS BANC MONTEGROTTO BELOTTO
BELOTTO PROTESTA DIPENDENTI CRIOS BANC MONTEGROTTO BELOTTO
TORREGLIA. Erano andati al vertice in Confindustria per discutere il rinnovo del contratto integrativo; invece, sindacati e Rsu, si sono visti recapitare dai rappresentanti della multinazionale Usa Carrier Refrigeration Operation di Torreglia (ex Criosbanc) le lettere di licenziamento.


Un fulmine a ciel sereno. Ieri mattina, la Carrier ha comunicato la cessazione dell’attività e l’immediata apertura della procedura di mobilità per tutti i 193 dipendenti (il 20% sono donne) a partire da oggi. In pratica tutti a casa i dipendenti della storica azienda produttrice di banconi frigoriferi di qualità di Via Montegrotto 125, fondata dalla famiglia Babetto, ceduta prima al colosso Linde e recentemente alla multinazionale Carrier.


Immediata la risposta dei sindacati del comparto, guidati da Antonio Silvestri e Giovanni Acco, da Gianni Castellan e Luca Gazzabin. In mattinata è stata sospesa la produzione ed i dipendenti si sono costituiti in assemblea permanente che continuerà anche questa mattina.


«La Carrier deve ritirare subito i licenziamenti - sottolinea Castellan -. Non si può chiudere all’improvviso una grande azienda qualificata come l’ex-Criosbanc e mandare a casa tutti per una crisi congiunturale. Ieri mattina il dirigente dell’azienda ha comunicato che, alla fine del 2009, il fatturato rispetto ai 50 milioni del 2008, era calato del 45% e che il trend dei primi mesi di quest’anno resta totalmente negativo. I dirigenti potevano benissimo intavolare una trattativa con noi, come è stato fatto in altre aziende della provincia, per arrivare ad una soluzione concordata visto che la crisi del settore è reale. Invece gli americani hanno scelto la soluzione peggiore: tutti a casa e chiusura. Anzi hanno già comunicato la possibilità di delocalizzare la produzione nei paesi dell’Est, visto che da quelle parti la Carrier possiede altre due aziende, una in Ungheria e l’altra nella Repubblica Ceca».


Durissima la risposta anche del segretario generale della Cgil. «Siamo davanti ad una pagina industriale bruttissima- osserva Andrea Castagna-. Il comportamento della Carrier è da rigettare in toto. A questo punto chiediamo l’intervento immediato di tutte le istituzioni locali. Quale posizione prenderà ora Confindustria Padova?».
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