Longarone, 4500 in marcia in ricordo della tragedia del Vajont

Visita ai luoghi della tragedia e alla diga per l’evento “Il futuro della memoria”

Francesco Dal Mas
La Pedonata per il Vajont
La Pedonata per il Vajont

Mattinata di sole tipicamente settembrina oggi, domenica 21 dicembre. E ai 4500 della “Pedonata del Vajont” la diga si è palesata più incombente del solito. Un contesto puntuale per riflettere intorno al tema dell’evento, “Vajont, il futuro della Memoria”. La firma? Quella dell’Associazione Vajont. Una camminata di 9, oppure di 16 o ancora di 24 km (in base alla preparazione fisica) che si è snodata attraverso tratti di strade interrotti o distrutti nel disastro del Vajont, che storicamente fungevano da arterie di collegamento tra la valle del Piave, quella del Vajont e la Valcellina, e i sentieri, quali antiche vie di comunicazione a piedi per le genti di Casso, Erto, Castellavazzo e Longarone. Tracciati, dunque, ricchi di storia come il Trui dal sciarbon e il Troi de Sant’Antoni, le gallerie, il ponte tubo, la cava dei Pascoli, l’intero coronamento della diga, e l’attraversamento della frana del Toc e gli antichi borghi di Erto e Casso. Itinerari superprotetti da ben 300 volontari, messi a disposizione da decine di associazioni, a partire dalla Protezione civile. Ben 6 ristori, con refezione conclusiva. I partecipanti sono arrivati da 18 Regioni. E da 70 Province; la Marca trevigiana è stata rappresentata da più di mille atleti, il bellunese da 650. Alberghi, B&B e appartamenti pieni da Belluno, al Cadore, transitando per la Valcellina. Tutti soddisfatti, a sentire i commenti conclusivi – a proposito, partenza alle 8.30, dal centro di Longarone, e per gli ultimi, arrivo alle 15.30 -, per aver potuto attraversare luoghi ed accostare manufatti solitamente inaccessibili al pubblico, che hanno caratterizzato una delle pagine più drammatiche della nostra storia.

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