M5S e Pd attaccano anche Zaia sul Mose «Governa da 20 anni sa tutto sui ritardi»

Chi è il padre politico del Mose, che ha divorato 5,4 miliardi e dopo 16 anni è un fantasma abissato nella laguna? Luca Zaia ha alzato bandiera bianca e si è assolto da ogni colpa sui ritardi, visto che la Lega è uscita indenne dalla retata del 2014: «Questo è uno scandalo nazionale, la Regione non ha responsabilità, è un cantiere dello Stato», ha spiegato il governatore. Apriti cielo. Basta avere le “mani pulite” per scaricare tutta la colpa su “Roma-ladrona”? Massimo Cacciari la mette giù dura: «Zaia sa tutto sui ritardi del Mose, il ministro De Micheli invece si deve informare perché i lavori non sono realizzati al 93 per cento».
Rientrata l’alluvione, infuria la polemica. Da Bruxelles Alessandra Moretti, alle 9 del mattino, posta una foto recuperata dagli archivi con Zaia e Galan che esultano mentre i 5 Stelle da Roma sparano tweet-bomba: “Venezia affonda sotto le tangenti del centrodestra”. Sui social è guerra di dichiarazioni ma la data storica è scolpita sul marmo: Venezia, 14 maggio 2003. Silvio Berlusconi in elegante doppiopetto fumo di Londra, camicia bianca e cravatta, tiene in mano la cazzuola e attende la benedizione del cardinale Angelo Scola. Sorride il premier, con uno stuolo di ministri al seguito: Matteoli, Lunardi, Buttiglione, il sindaco di Venezia Paolo Costa e il governatore veneto Giancarlo Galan, che nel 2014 verrà travolto dalle tangenti. È il Doge azzurro della Serenissima che imprime la svolta al Cipe e fa arrivare i fondi al Consorzio Venezia Nuova guidato da Giovanni Mazzacurati. C’è pure Umberto Bossi, leader incontrastato della Lega a fianco del Cavaliere e del Cardinale, ma Zaia non si vede. Ieri Berlusconi è tornato a Venezia con Brunetta e se l’è presa con l’ex ministro Danilo Toninelli, che ha replicato con toni durissimi:«I veneziani hanno subito abbastanza. Dopo gli scandali di corruzione di Galan, uomo di Berlusconi, ora devono pure sentire questo signore prendersi gioco di loro addebitando al sottoscritto e al M5S la causa dei ritardi del Mose. La causa unica sono le mazzette!!! Berlusconi si vergogni» si legge su Facebook.
Da Treviso il capogruppo grillino in Regione Jacopo Berti alza il tiro su Zaia: «Indovinate chi governa da 20 anni in Veneto e sul Mose fa finta di nulla?». Poi scrive una nota durissima: «Lo smemorato di S. Vendemmiano non si ricorda che nel 2010 è andato a pontificare sui cantieri del Mose, dicendo che era un modello da esportare in tutto il mondo. Ora afferma che non gli è mai piaciuto. Ha fatto tutto Roma? Come mai hanno arrestato un suo assessore, consiglieri regionali, l’ex governatore Galan... tutti Veneti e in consiglio veneto. La verità è che le ruberie gli sono successe sotto il naso in casa sua», conclude Berti.
Un passo indietro. Dopo Berlusconi nel 2008 arriverà anche Romano Prodi a rivendicare con orgoglio che il Mose voluto dal “Comitatone” con la benedizione dell’Iri salverà Venezia dall’alluvione. Peccato che a 16 anni dalla posa della prima pietra le cerniere delle 78 paratoie alle bocche di porto di Chioggia, Malamocco e Lido siano da cambiare. Non funzionano e le dighe mobili sono bloccate da vongole, cozze e granchi che prosperano sui fondali di cemento.
Massimo Cacciari, sindaco di Venezia per tre legislature, da sempre contrario al progetto di Mazzacurati e del Cvn, dai microfoni di Radio Capital mette ordine. «Il governo attuale e la ministra Paola De Micheli sono innocenti, ma lei non sa nulla e non si è informata sulla vicenda. Zaia invece sa tutto. È stato per anni vicepresidente di Galan e ha sponsorizzato la realizzazione del Mose pancia a terra. Fin dall’inizio io e altri, che si intendevano di ingegneria e idraulica, abbiamo contestato tecnicamente la scelta del Mose assunta trent’anni fa e poi diventata irreversibile, senza che nessuno valutasse le nostre critiche».
E il Pd? In consiglio regionale il capogruppo Stefano Fracasso ha organizzato un sit in con manifesti per ricordare che mezzo Veneto sarà travolto dall’acqua alta con il Global Warming che la Lega ignora alla pari di Trump. L’attacco più duro arriva dall’eurodeputata Alessandra Moretti, interpellata da Mediaset, Rai1 e Sky: «Sono passati 16 anni e sono stati spesi 5,493 miliardi di euro. La diga è una cattedrale di ruggine sotto la laguna di Venezia. Questo è il buongoverno della destra. Zaia amministra il Veneto da vent’anni, prima con Galan e ora da solo e non può auto-assolversi per i ritardi. Il parlamento Ue è pronto a fare la propria parte con fondi ad hoc per risarcire i danni subiti da Venezia, appena verrà dichiarato lo stato di calamità naturale dal governo Conte. Basta con le polemiche. Facciamo un gioco di quadra con il sindaco Brugnaro per salvare una delle capitali culturali del mondo».
E il Carroccio? Manda in campo Toni Da Re: «Sia Zaia che la Lega non sono mai stati coinvolti nello scandalo Mose, mentre due esponenti veneti del Pd sono stati arrestati. Nessuna lezione dalla Moretti, che ha sbagliato foto». —
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