Mantovani balza sulla Venezia-Padova
La società della famiglia Chiarotto investe 17 milioni sulle infrastrutture

PADOVA.
La Mantovani ha dato il colpo di coda he Comune e Provincia di Padova aspettavano. Un'ora prima della scadenza, fissata per mezzogiorno di ieri, è pervenuta la prima e unica offerta d'acquisto dei pacchetti di azioni della società Autostrade Venezia-Padova.
A farsi viva in Provincia, capofila nella vendita congiunta, è sta la Serenissima Holding spa, la finanziaria che ha sede a Padova ed è controllata al 94,23% dalla Ing. Mantovani della famiglia Chiarotto, il colosso che opera nel campo dell'edilizia di cui è amministratore delegato Piergiorgio Baita. L'offerta, pari almeno a 17 milioni di euro, il totale minimo a base d'asta per le azioni, sarà rivelata al pubblico questa mattina, alle 10, a Palazzo Santo Stefano, sede della Provincia di Padova. La Mantovani possiede già una parte delle azioni della società autostrade Venezia-Padova e, nel caso l'operazione vada in porto, aumenterà la sua quota: l'obiettivo è quello di acquisire una base di azioni superiori al 22%, la quota posseduta da Autovie Venete, società autostradale friulana che al momento è in maggioranza relativa. L'interesse del gruppo Mantovani è legato anche alla partecipazione posseduta in due grandi strade già in fase di project financing: la Nogara-Mare, che corre per 90 chilometri, e il Raccordo Anulare intorno a Padova. Si profila così un esito positivo per il tentativo congiunto, da parte di Comune e Provincia, di cessione delle intere quote possedute. Nonostante l'assenza di offerte fino all'ultimo giorno, sia il presidente della Provincia Barbara Degani che il sindaco Flavio Zanonato avevano ostentato ottimismo. In totale sono state messe in vendita 325.116 azioni, poste all'asta sulla base di un valore fissato in euro 53,2812 ognuna, come stabilito dalle delibere della Provincia (il 12 novembre) e del Comune (26 ottobre). La Provincia ha messo all'asta la sua parte, 170 mila quote (il 7,56% del totale), per un incasso stimato di oltre 9 milioni di euro. Mentre Palazzo Moroni possiede una quota leggermente più bassa, il 6,89%, equivalente a 155 mila azioni, e a un valore superiore agli otto milioni di euro. Per la Venezia-Padova l'asta sembra così destinata a buon fine, a differenza di quanto successo per le azioni della Brescia-Padova: una vendita nella quale la giunta Degani si è smarcata dalla cordata (capitanata dalla Provincia di Vicenza) che aveva tentato, senza successo, di piazzare le azioni ad inizio dell'anno. La quota che viene ceduta rappresenta il 5,46% dell'intera società, ovvero 81.900 azioni, più quotate sul mercato, visto che si pensa di incassare oltre 57 milioni di euro.
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