«Marchionne paghi le tasse in Italia»
MESTRE. Matteo Renzi è tornato in Veneto, dopo il tour di settembre a Verona, Belluno e Padova. Ieri era a Mestre, dove c’erano almeno 500 persone tra simpatizzanti, sostenitori e semplici osservatori ad accoglierlo. Qualche volto noto della politica veneziana (i consiglieri comunali Jacopo Molina del Pd e Antonio Cavaliere del Pdl, il presidente di Municipalità Massimo Venturini, l’ex sindaco di Marcon Pier Antonio Tomasi), tanti under 35.
«Sono segretaria di un circolo Pd», ha detto aprendo l’incontro Jessica Pavan, coordinatrice del Comitato pro Renzi di Venezia, «e non ho mai visto tanti giovani partecipare ad una iniziativa del Pd come ne vedo oggi». Renzi arriva con il camper, mezz’ora di ritardo, salta l’incontro con la stampa, stringe qualche mano, abbraccia i referenti dei comitati sostenitori. Per qualche istante si intrattiene con lavoratori e sindacalisti della cooperativa sociale «Ancora», licenziati per la riduzione dei servizi resi al Comune di Venezia, che strappano l’impegno al sindaco di Firenze di parlare della loro condizione con il «collega» Orsoni. Il tempo stringe (alle 18.30 deve essere a Rovigo) e il «Rottamatore» sale sul palco allestito nell’auditorium del Palaplip.
Il primo pensiero è per la tragedia del Vajont: «Vorrei che il prossimo 9 ottobre 2013 per il 50mo anniversario, il primo ministro in carica si ricordasse di Longarone, e incontrando la gente potesse affermare che non maltratteremo più il territorio come abbiamo fatto negli anni passati». Renzi ricorda anche come nel Prg di Venezia del 1962 si fosse deciso di relegare nella zona industriale di Porto Marghera tutte le attività che comportassero emissioni in atmosfera, fumi, polveri o liquami. «La tutela dell’ambiente non è mai stata così importante come lo è oggi», ha detto, «è arrivato il momento di considerare il futuro come il luogo dove far nascere i nostri sogni più belli».
Nessuno scontro con gli avversari, con Bersani in particolare «con cui voglio continuare a collaborare, nel caso di sconfitta». Il comizio-spettacolo format evento tv prosegue tra diapositive, foto, filmati e tanti inviti a visitare i siti matteorenzi.it e adessopartecipo.it per approfondire dati snocciolati frettolosamente.
Non sono mancate le frecciatine a Marchionne: «Legittimo che mi critichi e che dica che non sono il suo candidato, ma se iniziasse a pagare le tasse in Italia sarebbe meglio» e a D’Alema: «se perdo non me ne vado dal Pd e non voglio nemmeno poltrone di consolazione, ma se vinco se ne dovrà andare lui». E ha aggiunto: «Mi voteranno un sacco di delusi del Pd ma anche i pentiti di Berlusconi».
In prima fila anche un impassibile Michele Mognato, segretario provinciale del Pd e bersaniano convinto: «Sono venuto qui per ascoltare le proposte di un candidato e per sostenere queste primarie che sicuramente faranno del centrosinistra una nuova forza di governo» commenta.
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