Maturità, la protesta di una ragazza tranquilla: «Niente orali in una scuola poco umana»

Matrurità 2025: al Liceo scientifico di Belluno, Maddalena Bianchi ha preferito esternare alla commissione i propri sentimenti sul percorso scolastico: «Ero preparata ma in questo modo mi sono tolta un peso. Qualche prof ha capito. Il futuro? Farò Astronomia»

Gianluca De Rosa
Maddalena Bianchi, 19 anni di Belluno
Maddalena Bianchi, 19 anni di Belluno

Maddalena ha detto no. Il 26 giugno scorso, di fronte alla commissione chiamata a esaminare i maturandi del Liceo scientifico Galilei di Belluno, ha deciso di «liberarsi di un peso, portato dentro a fatica per cinque anni».

Lo ha ammesso senza tentennamenti, Maddalena Bianchi, diciannovenne bellunese dalle idee molto chiare. Per una settimana, dalla fine degli scritti al giorno dell’orale, ha alternato studio e riflessioni. Notti insonni, fino alla decisione, sofferta ma al tempo stesso liberatoria: «Dopo aver ingoiato bocconi amari per cinque anni, ho deciso di fare di testa mia», ha raccontato Maddalena, «ho rifiutato di sostenere l’esame orale, sostituendolo con un discorso nel quale ho concentrato quei sentimenti che hanno caratterizzato il mio percorso di studi. Un percorso fatto di poca comprensione e scarsa corrispondenza, soprattutto con il corpo docente. Sono dell’idea che il voto, in questa scuola, abbia sostituito percorso e rapporti umani. No, in questa scuola io non ci ho visto niente di umano. Nessuno in questi anni si è impegnato a capire chi c’era dietro quei voti. E, aggiungo, i miei voti sono sempre stati positivi. Sono sempre stata etichettata come una ragazza tranquilla, ma sono convinta che nessuno si sia davvero impegnato ad andare oltre per capire davvero chi fossi. E dopo cinque anni posso assicurare che l’idea che si sono fatti i professori di me è ben diversa da quello che, dentro, sento di essere realmente».

Naturalmente il rifiuto di sostenere l’esame ha fatto presto il giro della scuola, coinvolgendo anche genitori, amici e compagni. «Non l’avevo detto a nessuno che non avrei fatto l’esame, neanche ai miei genitori», ha rivelato Maddalena, «l’ho detto solo a una mia amica che mi ha subito sostenuto dicendomi “fai quello che ti senti di fare”. Oggi posso dire di essere fiera di me stessa, per la prima volta in vita mia. Mi sono ritrovata a frequentare una scuola che non mi piaceva. Eppure tutti, a partire dai miei genitori, avevano deciso che lo Scientifico era la scuola giusta per me».

Il rifiuto di sostenere l’esame non ha frenato il percorso di studi di Maddalena Bianchi, diplomatasi con 67. «Un piccolo bonus nel voto finale so di averlo comunque strappato alla commissione d’esame, che mi ha sorpreso nelle reazioni avute di fronte alla mia iniziativa», ha aggiunto Maddalena, «non sono stata richiamata alle regole, anzi, la scelta è stata compresa e ritenuta coraggiosa. Sento di aver smosso le coscienze, anche di chi era lì, tra i miei compagni, per ascoltare il mio esame. Non mi sento di sicuro un’eroina, tanto meno mi piacerebbe far passare tutto ciò con spirito emulativo, ma ripeto: per una volta ho deciso di fare quello che più mi sentivo di fare. E sono contenta di averlo fatto. Avevo studiato, ero preparata a sostenere l’esame. Ma più studiavo e più sentivo dentro di me di non essere a posto con la coscienza».

Adesso per Maddalena si spalancano nuove porte all’orizzonte. Ma, da parte della bellunese, nessuna intenzione di mollare gli studi. «Andrò all’università, non è l’apprendimento che contesto ma il modo di concepire un certo tipo di scuola», ripete, «ho le idee chiare, voglio fare astronomia. È un sogno che intendo realizzare. A tal proposito ho già effettuato due colloqui, dovrò solo decidere se trasferirmi a Padova oppure a Bologna. In questo momento sono focalizzata esclusivamente su questa scelta. Tutto il resto appartiene già al passato». Non senza un pizzico di emozione e commozione. —

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