Merz, garante del contribuente «Così il Belpaese va a picco»
venezia. «Io mi propongo di dimostrare che senza una inversione a U, questa politica economica sta portando l’Italia al dissesto finanziario».
A parlare – e a scrivere, nel rapporto annuale sull’attività dell’Ufficio, inviato al Parlamento – è il Garante veneto del Contribuente, Sandro Merz: «Sono magistrato della Corte d’Appello di Venezia in distacco», si racconta dall’ufficio al palazzo dell’Agenzia delle entrate, «al concorso eravamo in 15 mila: sono arrivato primo perché sono telepatico». Per legge 212/2000, il garante è nominato dalla Commissione tributaria regionale, per tutelare i cittadini nei contenziosi con l’amministrazione finanziaria a fronte di possibili scorrettezze e irregolarità.
Ti aspetti, così, un report sulle cartelle pazze in Veneto, su quanti contribuenti si siano rivolti al “difensore”, quali i casi vinti e quali persi. Ti ritrovi 13 pagine dai toni forti, dove di tutto si parla, ma non dell’attività dell’Ufficio. Merz non è tipo da politically correct.
«Nord-Sud: l’attuale potere politico», titola il capitolo II, dove «nota uno sbilanciamento verso il Sud che ha fatto l’en plein». Puntigliosamente elencando: l’argentino papa Bergoglio, il palermitano presidente Mattarella, la rodigina presidente del Senato Casellati, il napoletano presidente della Camera Fico, il foggiano premier Conte, il milanese vicepremier Salvini, l’avellinese vicepremier Di Maio: «Personalmente, in Veneto non ho conosciuto né conosco tra prefetti e questori uno che non provenga dal Sud: sarà il caso di introdurre simil quote rosa».
I poveri denunciati dal rapporto Istat? : «Ho girato in lungo per le strade delle città dove lavoro, abito e sono nato (Venezia, Padova e Trento) e non ne ho incontrato uno: poi ho incontrato 8 persone che pensavo straricche e mi hanno confessato di percepire l’assegno sociale (....) la legge non stabilisce criteri verificabili della condizione di povertà: si grida al lupo, senza dire che potrebbe essere un agnello travestito». Ce ne è per tutti. Per l’«oltre un milione di italiani che vivono di politica». E per la Chiesa cattolica: «Pagasse i 5-6 miliardi di euro che la Ue ha accertato dovuti allo stato Italiano». La salute? Troppe spese sanitarie, dice, la salute sta nel cibo: «Sono vegetariano, compro alimenti biologici: Ippocrate affermava che la prima medicina è il cibo e lo stile di vita».
Focus sul debito pubblico: «Ogni giorno aumenta: ha raggiunto i 2. 270 miliardi, pari al 134% del Pil: il più grande del mondo (....) i colpi di stato e i giochi sporchi si fanno in ogni angolo del mondo d’estate, mentre tutti sono in vacanza. Secondo prassi anche l’ultimo bilancio consultivo è stato approvato da un Parlamento deserto, in piena estate». Conclusioni? Pensando alla Grecia, «credo sia prudente quanto stanno facendo gli inglesi che accumulano provviste in vista della Brexit. Noi siamo messi peggio: non abbiamo la loro democrazia parlamentare e loro non hanno semieconomisti simili ai nostri che ragliano auspicando l’uscita dall’euro». «Non parlo per me, io sono ricco», chiosa, tirando fuori un rotolo di banconote. Chissà se il premier Conte risponderà. –
Roberta De Rossi
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