«Mia sorella fu uccisa»Il paese torna a dividersi
Per alcuni fu «Fu una strana disgrazia». Ma un vicino crede alla versione della parente: «Indagini troppo frettolose»

Da sinistra, Virna Cassol in compagnia della sorella Stefania Luciana
«Quello che gli occhi non vedono, lo sente il cuore». Il giallo che ieri mattina ha scosso l'intero paese dell'Alta Padovana passa dalle pagine del libro di Virna Cassol. La sorella Luciana Stefania morì in una vasca da bagno, in una grande casa settecentesca nella campagna gallierana, dove viveva col marito, Ruggero Tessarolo; la vicenda fu archiviata come un incidente. Ma Virna, pranoterapeuta ad Altivole (Treviso), non è rimasta convinta; ha voluto vederci chiaro e, dopo cinque anni di ricerche, ha mandato alle stampe un libro-denuncia. Ora chiede alla magistratura di riaprire il caso.
Non fu un incidente, ci fu una mano d'uomo dietro la morte della sorella, in quella sera del 4 gennaio 2004: questa la tesi. E Galliera si divide. Ci sono dubbi, domande. Il marito di allora non sa nulla, verificherà, forse leggerà il libro. Il sindaco invita alla calma. Altri sollevano dubbi, pongono domande, danno credito alla battaglia di Virna. Che innesta le sue indagini nella descrizione del menage familiare: l'infelicità della sorella, umiliata da una rivale in amore: «Tu amavi lui, lui amava l'altra e vedeva solo lei. Dopo la tua morte l'ha sposata»; le brutalità domestiche: «Mi confidasti di subire violenza fisica, non uscivi di casa per non fare vedere agli altri la vergogna, lo sbaglio, il fallimento del tuo sogno»; Luciana era arrivata a rifugiarsi nell'alcol.
L'ex marito, Tessarolo, cade dalle nuvole: «Non sapevo di questo libro, questa notizia mi spiazza completamente. Devo vedere di che si tratta». Con Virna, i rapporti sono pressoché inesistenti: «Con lei, dopo la morte di mia moglie non ho mantenuto alcun contatto, l'ho vista solo una volta al cimitero». Silvano Sabbadin, il sindaco, conosce Tessarolo: «Le nostre frequentazioni partono dalla nascita. Ruggero è una persona tranquilla, molto a modo, rispettoso degli altri. Sono piuttosto scettico sull'ipotesi che qualcuno abbia potuto ammazzare sua moglie, secondo me sono solo fantasie. Dopo qualche mese dalla morte di Luciana ho incontrato Ruggero e l'avevo visto ancora particolarmente provato». Galliera è piccola. Una casa dorata, una dimora d'altri tempi. Un vicino di casa che, per motivi di conoscenza della famiglia Tessarolo preferisce rimanere nell'anonimato: «Da un anno prima della morte di Luciana, so che la coppia attraversava una crisi. Mi ricordo che, la mattina in cui la donna venne trovata senza vita dentro la vasca da bagno, la sua morte sorprese tutti in paese. Da quanto so, lei non soffriva di particolari malattie e le circostanze di questa morte sembravano da film giallo. E poi, quest'archiviazione fatta così velocemente... Forse avrei fatto anch'io come la sorella».
A CASTELFRANCO CON IL SUO LIBRO. Virna Cassol ieri sera alla libreria Massaro per presentare il volume «Quello che gli occhi non vedono lo sente il cuore», dedicato alla ricostruzione della morte della sorella Luciana Stefania (a sinistra) e della successiva inchiesta. Durante l'incontro, moderato dal giornalista del mattino Filippo Tosatto, l'autrice ha ripercorso i punti oscuri nella ricostruzione della tragedia e nelle indagini, argomentando la sua convizione che la sorella sia stata uccisa.
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