«Minigonne imposte alle allieve»: il pm Nalin sotto la lente del Csm
Per il magistrato in servizio come sostituto procuratore a Rovigo aperta un’azione disciplinare nell’ambito dell’indagine partita dopo un esposto sulla scuola privata di formazione Diritto e Scienza

ROVIGO. Il pubblico ministero di Rovigo Davide Nalin, originario di Padova, è sotto azione disciplinare al Csm con richiesta di “sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio” in quanto sarebbe coinvolto nel controverso caso della scuola privata di formazione per magistrati “Diritto e Scienza”, diretta dal consigliere di Stato Francesco Bellomo, di cui i colleghi hanno chiesto la destituzione.
L’alto magistrato è accusato di aver costretto gli allievi a rispettare un
dress code
- per le donne minigonna, tacchi a spillo e trucco marcato - e a firmare un contratto con clausole vessatorie. Nalin, che non commenta, è stato coinvolto come assistente di Francesco Bellomo, sul quale l’ipotesi, chiaramente tutta da dimostrare, è fra l’altro di aver mischiato diritto e rapporti personali con le studentesse.
Le vicende che vedono coinvolti i due magistrati ruotano intorno al codice di comportamento che veniva fatto sottoscrivere agli iscritti al corso e che in ipotesi d’accusa riporterebbe clausole vessatorie. Oltre a precise indicazioni su come vestirsi, l’ipotesi – tutta da dimostrare – è che i potenziali fidanzati delle studentesse venissero sottoposti a una sorta di test: se i compagni - in base a parametri che andavano dal quoziente intellettivo, al potere, passando per la ricchezza materiale - non raggiungevano un certo punteggio, il rapporto andava troncato. Ci sono ragazze che hanno raccontato di essere state “costrette” a lasciare il fidanzato perché non aveva superato il test di Bellomo. In particolare secondo l’accusa a Nalin, che di Bellomo era assistente, spettava intervenire per sanare eventuali dissidi tra le ragazze e il collega. Rilievi che riguardano soprattutto Bellomo ma che hanno portato anche il sostituto procuratore di Rovigo sotto azione disciplinare al Consiglio superiore della magistratura con la richiesta di sospensione cautelare delle funzioni e dello stipendio.
L’inchiesta è nata quando il 28 dicembre del 2016 una ragazza che partecipava alla scuola di formazione “Diritto e Scienza” è finita in ospedale. È il punto di non ritorno: il padre firma un esposto che presenta alla procura di Piacenza da dove arriva in breve al vertice del Consiglio di Stato. Il presidente Alessandro Pajno avvia l’azione disciplinare, avverte il Csm e la Procura Generale della Cassazione. Il 27 ottobre il relatore del Consiglio di Stato Sergio Zeuli che “processa” Bellomo e ricostruisce la storia della studentessa. Così viene fuori la storia del
dress code
.
Sul ruolo di Nalin la ragazza ha detto: «Ogni volta che c’era un dissidio con Bellomo, interveniva lui». Ora il Consiglio superiore della magistratura vuole fare chiarezza.
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