Il mondo vitivinicolo piange Enzo Botter: pioniere dell’export delle bollicine venete
L’imprenditore veneziano aveva fortissimi legami con la Marca. È stato tra i fautori del consorzio Asolo Montello Docg

Con Enzo Botter, scomparso l’altra notte a 81 anni, il mondo del vino e dell’imprenditoria agroalimentare veneto e italiano perde uno dei riferimenti assoluti, un esponente di quella generazione che ha saputo portare il vino veneto alla ribalta nel mondo, non solo con il Prosecco.
Con il fratello Arnaldo, l’imprenditore di Fossalta di Piave, eredi di Carlo che aveva fondato nel 1928 un’attività commerciale di vendita ai dettaglianti di vino, ha scandito l’espansione dell’azienda Botter sui mercati italiani ed esteri.
Da un lato diversificando sempre più le tipologie di vino prodotto e commercializzato (e una delle tenute è in provincia di Treviso, a Motta di Livenza), sia fermo che con le bollicine; dall’altro con un forte ancoraggio sulle Denominazioni di origine italiana di maggior successo, sia Doc che Docg, come Prosecco Asolo, Pinot Grigio Friuli Grave e Primitivo, ovvero quello che è stato definito «l’approccio multiterritoriale» dell’azienda Botter.
Già prima della seconda guerra mondiale, studiando all’istituto Filippin di Paderno del Grappa, con il fratello, aveva inaugurato un suo personalissimo legame con la Marca Trevigiana.
Che avrebbe rafforzato più tardi, quando fu tra i pionieri della fondazione del consorzio Asolo Montello Docg.
Con alcuni imprenditori vinicoli trevigiani, come Bernardo Piazza, avrebbe poi suggellato l’accordo con il colosso statunitense Cosco, che ha sancito il boom delle bollicine montelliane e asolane negli States.
Senza dimenticare poi l’impegno sul fronte dei consorzi, della tutela del marchio, della difesa dalle imitazioni.
In azienda i due fratelli erano entrati sul finire degli anni Cinquanta, e in pochissimi tempo marcano una svolta decisa sul fronte della commercializzazione dei vini in bottiglia, dapprima con un rafforzamento sul mercato italiano, e poi aprendo, quasi da pionieri, la fase di esplorazione dei mercati esteri dove piantano solide radici, quelle su cui oggi si basa il sistema Prosecco.
Un simbolo dell’export italiano, e lo testimonia il fatto che la Botter esporta il 98% della produzione, negli States, in Germania, nel Regno Unito e nei paesi scandinavi. A raccogliere il testimone da Enzo e Arnaldo è stata quindi la terza generazione dei Botter: Annalisa, Luca e Alessandro.
Nel 2017 la famiglia ha ceduto una quota al fondo IDeA Taste of Italy, gestito da DeA Capital Alternative Funds Sgr Spa, quindi nel 2021 la maggioranza dell’azienda è stata acquisita dal fondo Clessidra sgr, con l’uscita dalla società di IDeA tase of Italy. Infine, la Botter è confluita in Argea, nuovo gruppo creato con Mondodelvino.
I Botter sono rimasti azionista di minoranza, continuando la gestione operativa.
«Una persona a modo, rispettoso ed educato, poco incline all’apparire», lo descrivono tutti, «legatissimo alla famiglia e sempre dedito al lavoro». Botter, che viveva a Treviso, lascia la moglie Vanna, i figli Annalisa e Alessandro, gli amati nipoti.
Oggi alle 19,30 il rosario nella chiesa di Fossalta di Piave, domani i funerali alle 15, nella stessa chiesa.
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