Morto Silvio Berlusconi: il Veneto e quel patto di ferro con Galan

Il debutto azzurro nel 1994 con i fedelissimi Casellati e Ghedini. La caduta definitiva dei consensi con lo scandalo Mose

Albino Salmaso
Silvio Berlusconi inaugura il Passante di Mestre fra Galan e Zaia, l'8 febbraio 2009
Silvio Berlusconi inaugura il Passante di Mestre fra Galan e Zaia, l'8 febbraio 2009

Il tycoon delle tv tra la politica, il Milan, le donne, i cavallier, l’arme e gli amori. Per vincere lo scudetto e la Champions non servono 11 Gullit e Van Basten, ci vogliono anche gli Evani… Il segreto è saper amalgamare la squadra giusta e trovare un Arrigo Sacchi.

Silvio Berlusconi partiva sempre con le barzellette da bar sport prima di scagliarsi contro i comunisti di D’Alema, Silvio Berlusconi nelle cene degli anni d’oro in Veneto. Una terra fedele al Cavaliere come la Sicilia e più della Lombardia, approdo sicuro delle svolte neo liberiste e poi populiste.

Il debutto azzurro nel 1994

Siamo nel 1994. Giancarlo Galan guida Publitalia in piazza Eremitani a Padova con la segretaria Lorena Milanato, promossa deputata per cinque legislature, dopo il “tirocinio” in consiglio regionale.

La squadra per il debutto azzurro la arruola Carlo Scarpa Bonazza Buora, un latifondista liberale di Portogruaro che verrà presto emarginato dal doge padovano: si tratta di raccogliere le macerie della Dc che ha regnato con Rumor, Bisaglia, Gonella e Fracanzani senza nostalgie per le élite.

Dopo 50 anni la Balena bianca cede lo scettro a Forza Italia: il cambio di stagione lo decide la magistratura con Tangentopoli: addio alla Dc di Bernini e al Psi di De Michelis. Carlo Nordio indaga sulle coop rosse ma non scardina l’asse con il Pci.

A rappresentare la fedeltà ai valori cattolici arriva subito Maria Elisabetta Casellati, avvocato matrimonialista della Sacra Rota, che nel 2018 sarà la prima donna a guidare il Senato in Italia, la ministra delle Riforme cui la Meloni ha affidato il compito di traghettare in Italia il semipresidenzialismo alla francese.

Per completare la foto di gruppo dei fondatori manca Niccolò Ghedini, l’avvocato-senatore che con la strategia del “giusto impedimento” ha salvato il Cavaliere da condanne che sembravano inesorabili, assai prima del Ruby-gate. Niccolò “amato come un figlio” se l’è portato via la leucemia nell’estate 2022. “Un dolore infinito, un vuoto che non si potrà mai colmare”, dirà la nota ufficiale di Arcore.

L’album dei ricordi si snoda tra le cene in osteria da “Filipeto” a Creazzo con un fiume di barzellette e alle Calandre per raccogliere fondi dai capitani d’industria guidati da Ennio Doris di Mediolanum e da Paolo Sinigaglia, il patron di Simod e di Alpi Eagles, che aprì le porte della sua villa al patto tra Giustina Destro e il Cavaliere per scalzare per 5 anni Zanonato dalla poltrona di sindaco a Padova. Cene da mille euro, ripagate con il “libro nero sul comunismo” con la dedica e la firma.

I tre eventi

Tre gli eventi scolpiti negli annali:

•lo show contro Diego della Valle a Vicenza il 23 marzo 2006 con l’arringa agli imprenditori;

•l’inaugurazione del Passante di Mestre l’8 febbraio 2009

•qualche mese dopo, il 6 giugno, le nozze di Giancarlo Galan nella villa di Cinto Euganeo con Marcello Dell’Utri testimone dello sposo e la galassia d’imprenditori accorsi in elicottero. Insomma, una Beverly Hills in salsa veneta.

Un passo indietro, al 2006. La squadra azzurra viaggia al 30% di consensi, ma l’aria è cambiata. Le elezioni sono alle porte e Berlusconi annusa la sconfitta. Il 23 marzo arriva in elicottero, entra in fiera a Vicenza zoppicando per un terribile mal di schiena e inizia uno show che scatena la platea. “Qui ho trovato un disastro, un imprenditore ha il dovere dell’ottimismo, in questi anni la borsa è cresciuta del 54% e vi siete arricchiti, le case rivalutate fino al 45%. Facciamo meno vacanze, non piangiamoci addosso. E' la sinistra con i suoi giornali che inventa una crisi che non esiste per arrivare al potere con Prodi”. Poi se la prende con Della Valle, che scuote la testa in dissenso.

“Gli imprenditori che stanno a sinistra hanno scheletri negli armadi… Prego il signor della Valle, se si rivolge al presidente del consiglio, di dargli del lei e non del tu...". Finita l’arringa il premier se ne va. E cala il sipario. La platea è divisa: applausi, sorrisi, rabbia e delusione.

Prodi vince le elezioni ma dura solo un paio d’anni, e si torna alle urne, con il Cavaliere che nel 2008 s’insedia a palazzo Chigi fino al ballo dello spread della Bce del 2011 che lo costringerà a lasciare il governo nelle mani di Mario Monti.

Il magic dream

E’ in questo triennio che il patto con il “magic dream” del Veneto raggiunge l’apoteosi: Giulio Tremonti guida l’economia, Maurizio Sacconi il Welfare, Renato Brunetta la pubblica amministrazione, Giancarlo Galan l’agricoltura dopo aver ceduto nel 2010 lo scettro a Zaia per il sorpasso della Lega su Forza Italia alle europee 2009.

10/12/2016 Roma, Quirinale, consultazioni del presidente della Repubblica dopole dimissioni del governo Renzi, nella foto Renato Brunetta, Silvio Berlusconi e Paolo Romani
10/12/2016 Roma, Quirinale, consultazioni del presidente della Repubblica dopole dimissioni del governo Renzi, nella foto Renato Brunetta, Silvio Berlusconi e Paolo Romani

Il cambio della guardia è una ferita profonda perché l’anno prima il Cavaliere ha inaugurato il Passante di Mestre, l’autostrada salva-caos, record di efficienza. In quattro anni il Veneto ce l'ha fatta. Mai successo prima in Italia. Stiamo parlando di 130 mila veicoli al giorno.

“E' caduto il ‘muro’, è finito l’ incubo del Valico di Mestre dove finiva la libertà di circolare, quella libertà che oggi abbiamo finalmente riconquistato” dice Giancarlo Galan mentre taglia il nastro.

La foto di gruppo è il ritratto del forzaleghismo: Zaia, Matteoli, Brunetta, Sacconi, Lunardi, Lia Sartori, Zorzato e un esercito di sindaci tra i duemila ospiti. E gli avvocati parlamentari: Longo, Paniz e Zanettin.

E’ il trionfo del doge di Cinto Euganeo, che poi mette in moto anche la Pedemontana veneta, con un project a Mantovani che dovrà cedere la mano alla Sis di Dogliani e ai soci spagnoli dopo la guerra dei ricorsi al Tar. Son passati 15 anni e la “Spv” forse sarà finita nel 2023, ma fino al 2058 costerà 12 miliardi di euro alle casse della regione, a fronte di una costo dell’opera di 2,3.

Mentre taglia il nastro del Passante, Berlusconi scandisce il cronoprogramma delle infrastrutture per "superare il ritardo dai grandi Paesi. Noi appena tornati al governo abbiamo stanziato 16 miliardi e 600 milioni per le grandi opere, ma ne dovremo spendere 125 di miliardi” dice il Cavaliere prima di tirar fuori il coniglio dal cilindro: il ponte sullo stretto di Messina. Che scompare dal radar per 14 anni per essere evocato da Matteo Salvini appena la premier Meloni gli assegna la poltrona di ministro delle Infrastrutture. In quale piega della Finanziaria si possono trovare 5-6 miliardi per collegare la Sicilia alla Penisola? La risposta nel grembo di Giove o dell’Ue.

Le nozze di Galan

Non resta che raccontare le nozze di Galan con Sandra Persegato, nella villa rinascimentale adornata di rose, prima dello sfratto con lo scandalo del Mose.

E’ il 6 giugno 2009. Arrivano 300 invitati con lo stuolo di politici.Tra gli imprenditori il conte Pietro Marzotto, Mario Moretti Polegato, Giuseppe Stefanel, Ennio Doris, Giulio Malgara, Enrico Marchi, Giovanni Perissinotto. E c’è anche Renato Pozzetto, l’attore che Galan conosce fin dagli anni Ottanta a Milano.

Silvio Berlusconi che si fa servire la pasta e fagioli, scherza e avverte: non so cosa succederà qui stasera… E la sposa? Sorride e mostra il braccialetto di brillanti con zaffiri e perline regalatole dal Cavaliere. E poi spiega ai giornalisti che Silvio le ha confidato che «vuole tanto bene a Giancarlo e che Giancarlo vuole bene a lui. Tutto quello che fraintendono gli altri, non conta».

Lo scandalo Mose

Le liti? Le inventano la stampa di sinistra. Berlusconi & Galan, trent’anni di segreti tra Publitalia, Mediaset e Forza Italia, che solo Marcello dell’Utri può raccontare. Una storia che si è infranta con l’inchiesta sul Mose: il governo Berlusconi tra il 2002 e il 2006 ha bruciato le tappe del Cipe per dirottare i primi miliardi con cui costruire le 78 paratoie mobili nascoste nel mare a Punta Sabbioni-Lido, Malamocco e Chioggia. Ma il capolavoro d’ingegneria idraulica che sta salvando Venezia dalle alluvioni diventa uno tsunami per Galan, travolto dalle tangenti con i big del Consorzio Venezia Nuova. L’ultimo comizio di Berlusconi è in piazza dei Frutti a Padova, il 27 maggio 2015, un bagno di folla per risalire la china, ma le urne certificano il crollo: dopo lo scandalo del Mose Forza Italia non si è più risollevata in Veneto.

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