Mose e processo Milanese Ruzzante e Zaia ai ferri corti

VENEZIA. Il Mose fa litigare Piero Ruzzante e Luca Zaia, ieri presente in consiglio regionale. Ruzzante ha preso spunto dalle dichiarazioni rese dall’ex deputato Pdl Marco Milanese a processo a Milano in un filone dell’inchiesta sull’opera che dovrebbe salvare Venezia dall’acqua alta. Milanese ha tirato il ballo l’allora ministro Tremonti e in tribunale ha detto che «il Mose era diventato in quel periodo la bandiera della Lega. Zaia aveva fatto capire che si sarebbe fatto e Tremonti aveva rapporti strettissimi con il Carroccio». Ieri Ruzzante ha sottolineato come queste parole «rendono più comprensibili i motivi per cui la Regione Veneto non abbia voluto costituirsi parte civile in questo processo in corso a Milano». «Personalmente non ho mai interloquito con alcuno sul Mose, e in particolare con esponenti del governo. Sfido chiunque a provare il contrario. Peraltro al momento del mio insediamento sul Mose era già tutto deciso e l’opera quasi totalmente appaltata e finanziata», ha replicato Zaia. «Se il consigliere Ruzzante continua ad avere dei dubbi, gli consiglio di rileggere con attenzione le tante pagine dell’inchiesta magistralmente condotta dalla Procura di Venezia. Negli atti è ben delineata la mia estraneità alla vicenda, a differenza di altri che il consigliere conosce molto bene. La Regione non si può costituire parte civile nel processo contro Milanese perché non emerge alcun danno diretto per l’ente».
Ma Ruzzante insiste: la regione si doveva costituire parte civile.
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