Mose, la versione di Mazzacurati

Tangenti post lavori, ma anche funzionari onesti: tutta la verità dell'ingegnere in oltre 300 pagine che verranno lette in aula
Giovanni Mazzacurati
Giovanni Mazzacurati

VENEZIA. Tutta la corruzione del Mose verrà raccontata domani in aula a Venezia attraverso la lettura integrale dei verbali di interrogatorio del Grande Accusatore Giovanni Mazzacurati. L’ex presidente del Cvn non può essere sentito come testimone nell’ambito del processo in quanto affetto da una grave forma di demenza. E visto che lui non entrerà in aula (a differenza degli altri accusatori Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo), le difese hanno ottenuto che le sue dichiarazioni vengano lette per intero. Sarà un’udienza senza precedenti perché si tratterà di ripetere i contenuti di oltre 300 pagine: gli interrogatori del 25, 29, 30 e 31 luglio, di settembre e poi di ottobre 2013.

Mazzacurati ripercorre in quelle deposizioni l’intera parabola delle paratoie mobili: dalla preoccupazione che il Cipe non finanzi l’opera alla decisione di oliare tutti i meccanismi utili per far arrivare i soldi e far procedere i lavori senza intoppi. Un miliardo di euro, secondo le stime, l’ammontare di denaro pubblico bruciato per lo “shopping del consenso”. L’ingegnere, nei suoi interrogatori, mette in fila nomi di politici e funzionari presunti corrotti: alcuni sono imputati nel processo, altri hanno già chiuso.

Tangenti post Mose. Ed è probabile che il flusso di denaro non si sarebbe interrotto neppure dopo il completamento della grande opera, come lascia intendere Mazzacurati in un passaggio dell’interrogatorio del 25 luglio 2013. L’ingegnere, spiegando ai pm le tangenti versate al presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta, dice che era previsto anche un premio finale. Il premio gli verrà effettivamente elargito, ma l’ex presidente aveva in mente qualcosa di diverso: «Questo qui era per chiudere», dice al pm che lo incalza sulle mazzette, «Quando il Mose entrava in funzione tutto quanto a posto, noi incrementavamo ... davamo invece dei 100 mila euro ogni 6-7 mesi ...pensavamo a cifre molto più alte, che potevano sfiorare il milione di euro. Però cos’è successo? Che il Mose non è stato finito (...) L’impegno che avevo preso doveva scattare una volta finito, una volta che entrava in funzione il Mose».

Ci sono anche gli onesti. I funzionari del Mav erano tra i più pagati come rileva il pm il 31 luglio: «Un costo consistente e continuo nel tempo questo stipendio extra elargito a tutti i Magistrati alle Acque che si sono succeduti». Replica Mazzacurati: «Non a tutti. C’è stato per esempio l’ingegner Setaro che è rimasto 9 anni e non gli abbiamo mai dato nulla». Il pm chiede ragione. La risposta? Quasi sorprendente, finalmente una persona onesta: «Alcuni non li vogliono proprio».

Ospedale di Padova. Parlando di Roberto Meneguzzo, ex ad di Palladio Finanziaria che aveva messo in contatto l’ingegnere con Marco Milanese, il presidente diceil 31 luglio: «Si è poi reinserito nella cosa approfittando di un lavoro importante di Padova che è la costruzione dell’ospedale, un lavoro di cui credo se ne è occupato anche Baita».
 

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