Mose, il Ministero toglie 84 milioni al Cvn: contratti a rischio e le aziende si sfilano

Cancellati 41 milioni per pagare cantieri avviati e 43 per nuovi interventi. Kostruttiva: «Abbiamo deciso di fermare i lavori»

Eugenio Pendolini
La paratorie del mose alzate
La paratorie del mose alzate

Non ci sono i soldi per completare le opere per la salvaguardia della laguna. Lo stop ai finanziamenti arrivato ieri da Roma rischia di bloccare tanti cantieri in programma per la salvaguardia di Venezia e di mandare sul lastrico le imprese costruttrici, che avanzano soldi per decine di milioni di euro per lavori già realizzati negli ultimi dodici mesi. Imprese che non a caso iniziano già a sfilarsi dagli interventi previsti per il prossimo anno, alcuni cruciali per lo stesso funzionamento del Mose. Uno su tutti: il recupero delle sei paratoie ferme da oltre un decennio nell’ex area Pagnan.

Il taglio

Sono le conseguenze del semaforo rosso da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze agli 84 milioni di euro, complessivi, destinati al Consorzio Venezia Nuova per la prosecuzione delle attività previste nel cronoprogramma dell’ente in fase di liquidazione.

Si tratta di soldi già contabilizzati e che però, nei giorni scorsi, il ministero ha comunicato (ad oggi) di non aver trasferito nelle casse del Consorzio. Il commissario liquidatore, Massimo Miani, ieri ha immediatamente scritto al ministero rappresentando tutte le difficoltà che si andrebbero a creare qualora, entro fine anno, non dovessero arrivare quei soldi, a partire da tutte quelle attività necessarie per il completamento, la gestione e la manutenzione del Mose, oltre ai lavori complementari a tutela della laguna previsti dal Piano Europa.

Due le voci che compongono questi 84 milioni di euro, attesi dal Consorzio e ora stoppati a Roma. La prima, da oltre 41 milioni di euro, sono legate ai pagamenti dei corrispettivi dovuti alle imprese per i lavori realizzati nell’ultimo anno. Un buco che rischia di pesare enormemente sulle aziende impiegate per i lavori e che da mesi chiedono chiarimenti e risposte al Consorzio e, per suo tramite, al Provveditorato. «La nostra esigenza è arrivata al limite», spiega Devis Rizzo, rappresentante dell’impresa Kostruttiva, «solo nel nostro caso abbiamo un’esposizione di nove milioni di euro. Per questo abbiamo comunicato ufficialmente che fermeremo i lavori». E non sono pochi, quella che Kostruttiva sta realizzando. Si va ad esempio dai lavori in corso sugli edifici civili alle bocche di porto fino ai lavori di compensazione ambientale.

Contratti a rischio

Ma non sono solo i cantieri in corso che ora rischiano di fermarsi a lungo. Tra quelli per cui l’azienda ora intende fermarsi ci sono anche i lavori per i quali Kostruttiva è stata premobilitata. Tra questi, il cosiddetto revamping, e cioè il ricondizionamento delle sei paratoie-muletto, ferme da anni nell’area Pagnan di Marghera.

Si tratta di un tassello fondamentale nella partita delle manutenzioni del Mose se si considera che quelle sei paratoie dovranno andare a rimpiazzare le sei paratoie (due per bocca di porto) sommerse da anni sott’acqua e per le quali a fine giugno è già stata approvata una gara da complessivi 14 milioni di euro.

Ma non è tutto. Oltre ai 41 milioni di euro per pagare le aziende, lo stop del Ministero riguarda anche i 43 milioni di euro che servono a finanziare gli atti attuativi tra il Provveditorato e il Consorzio stesso per quei lavori che devono essere ancora contrattualizzati connessi al completamento del Mose. Soldi che, in pratica, servirebbero non solo per la gestione della grande opera, ma anche per gli stessi sollevamenti delle dighe in caso di maree eccezionali.

Da qui tutta la preoccupazione del Consorzio per una situazione che rischia di compromettere il completamento di tutte le azioni messe in campo negli ultimi anni per la salvaguardia di Venezia.

In un clima di enorme preoccupazione per il futuro della laguna, il commissario del Consorzio ha scritto a Roma per spiegare tutti i rischi che potrebbero derivare per la città se da qui a fine anno la situazione non si dovesse sbloccare. Restano ora undici giorni di tempo al governo per trovare le risorse adeguate a garantire una parte importante della salvaguardia di Venezia. —

 

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