Mosole: «Mai fatto accordi, preferisco lavorare sottocosto»

TREVISO. «Non ho mai fatto accordi, neanche con il mio gatto». Remo Mosole, il presidente e amministratore delegato dell’omonimo gruppo, respinge in maniera tanto decisa quanto colorita l’indagine dell’Antitrust. È indicato come uno dei partecipanti ad un cartello di imprese che ostacolano la concorrenza, producendo e vendendo calcestruzzo nelle province di Venezia e Belluno. Mosole conferma di essere stato sottoposto a controlli, ma respinge con forza le accuse, «non mi sono mai seduto ad un tavolo per discutere di questo genere di argomenti e la dimostrazione è il fatto che è ormai da anni che stiamo lavorando sottocosto».
Ma l’Antitrust parla di «comportamenti finalizzati al coordinamento delle offerte e al monitoraggio reciproco dei prezzi praticati».
«Non esiste. Io non ho mai parlato con nessuno di queste cose e non ho mai messo in piedi accordi. Stiamo vendendo il calcestruzzo a 47-48 euro al metro quadro quando il prezzo normale è di 75 euro. Un cartello non si comporta certo in questo modo, ma cerca di tenere alto il prezzo».
Dunque non si aspettava un’indagine del genere?
«Nei giorni scorsi sono venuti a controllare fatture e documenti, ma questa iniziativa mi lascia sorpreso e stupefatto. La verità è che se avessimo messo in piedi un cartello l’avremmo fatto per motivi di sopravvivenza e non certo per fregare la gente».
Parla addirittura di sopravvivenza. Gli affari vanno così male?
«Certo. Ormai stiamo lavorando con la fame perché siamo costretti a tenere i prezzi troppo bassi. E questo avviene perché i lavori più grossi ormai vanno sempre alle stesse ditte e gli altri sono costretti ad applicare tariffe che sono fuori mercato. Forse, dopo aver trovato in questi giorni cartelli ben più gravi altrove, vogliono fare qualcosa anche da noi».
Teme che anche la Procura voglia approfondire la vicenda?
«Io sono tranquillo e lo è anche il mio gruppo. Le fatture e i documenti sono lì a dimostrarlo».
Giorgio Barbieri
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