Muore a 33 anni a Londra, lavorava da Harrods. Si era diplomato a Montagnana

Riccardo Pulvini aveva molte amicizie nella Bassa: dubbi sul decesso, disposta l’autopsia

Carlo Bellotto
Riccardo Pulvini e il Tower Bridge di Londra
Riccardo Pulvini e il Tower Bridge di Londra

È stato trovato senza vita nel suo appartamento di Londra, dove viveva da solo, Riccardo Pulvini, 33 anni, vicentino di Noventa, che aveva frequentato l’alberghiero all’istituto Jacopo da Montagnana. E nella Bassa padovana aveva mantenuto molte amicizie nonostante il suo trasferimento per scelta di vita in Inghilterra. La sua morte è un giallo, un malore improvviso, tanto da spingere le autorità inglesi ad ordinare l’autopsia per far piena luce sulle cause.

Pulvini come detto si era trasferito a Londra appena terminata la scuola a Montagnana, a 19 anni e nella capitale inglese aveva svolto parecchi lavori iniziando come cameriere per alcuni anni e diventando anche cuoco. Insomma si era realizzato per quello che aveva studiato.

I sogni però erano altri e lui c’era riuscito, con passione e determinazione. Infatti, come si legge nel suo curriculum, aveva poi trovato la sua realizzazione professionale con l’innata passione creativa che gli ha consentito di lavorare prima per Zara Home e poi per Fenwich.

Ma dopo un’estate di colloqui era giunto il coronamento di un sogno, il lavoro da Harrods, come visual merchandiser. Un sogno per molti, un’icona dello shopping di lusso, che vanta una selezione di prodotti di alta qualità. Oltre alla vendita di articoli di lusso, Harrods è da anni una vera e propria meta turistica e un simbolo della città di Londra. Creare le vetrine di Harrods era per lui una soddisfazione non da poco, il vicentino si occupava di vetrinette, posizionate in una enoteca e nei 20 ristoranti di Harrods.

Pulvini non aveva dimenticato le sue origini e spesso tornava nalla Bassa Vicentina e Padovana. Lo testimoniano le foto che postava sui social. Prima della scoperta del suo corpo senza vita nell’appartamento i suoi famigliari erano preoccupati visto che non lo sentivano da parecchi giorni ed era stato lanciato anche un appello sui social per chi avesse notizie. Purtroppo le preoccupazioni erano fondate. Ma visto che viveva da solo, nessuno si è accorto che era senza vita in casa.

Nel Montagnanese e non solo la notizia della morte di Riccardo si è diffusa rapidamente lasciando amici e conoscenti increduli. Anche se molti l’avevano perso di vista era sempre presente anche grazie ai suoi profili Facebook e Instagram. In lui c’era l’immagine di chi era riuscito ad avere successo all’estero. 

Era testimonial di una campagna dedicata all’Hiv

Sette anni fa Pulvini aveva scoperto di essere sieropositivo e aveva deciso di essere testimonial di una campagna a livello internazionale dal titolo “Hiv is: just a part of me” intrapresa da Gilead, una azienda impegnata sulle tecniche di cura per combattere le malattie trasmesse sessualmente e in primis l’Hiv. Il suo motto era «Vivere normalmente pur essendo sieropositivi».

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