Nasce il bicchiere “tascabile” Si piega e si mette nella borsa

treviso. Mai stati a un concerto con un bicchiere di plastica in mano, senza sapere dove appoggiarlo, dove gettarlo, e pentendosi - poi - di averlo lasciato lì, assieme a decine di altri, in un mucchio che qualcuno penserà a smaltire l’indomani? L’idea di Massimo Michieletto, Sergio Borsato, Dario Michieletto e Davide Borsato, trevigiani fondatori della startup PK0.1, è partita proprio da questa situazione, sotto il palco di un Home Festival di qualche anno fa. E l’intuizione si è tradotta in un bicchiere “tascabile”, brevettato, battezzato appunto PK0.1, che si può riempire, utilizzare, piegare, mettere in borsa e conservare. Per poi utilizzare di nuovo. «È lavabile e riutilizzabile più volte, le pieghe dedicate per la chiusura e apertura ne garantiscono la tenuta a lungo termine» spiega Massimo Michieletto, «è realizzato in un poliaccoppiato di materiali, principalmente carta e polietilene, con la possibilità di essere realizzato con materiale totalmente riciclabile». Il bicchiere del futuro è anche “comunicativo”: «Si può stampare e personalizzare, può servire a promuovere una marca, un evento o un’iniziativa. Nasce chiuso e sigillato, sterile, pronto per l’uso». La startup trevigiana ha anche studiato il processo di industrializzazione, con particolare attenzione allo studio e prototipazione delle matrici generatrici delle fasi di confezionamento. Alcune aziende si sono già mostrate interessate all’iniziativa e stanno aiutando nell’industrializzazione del prodotto, la startup è comunque in cerca di finanziatori per finalizzare la missione. «Non è solo un bicchiere - chiude Michieletto - ma una visione nuova per un mondo migliore». —
A.D.P.
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