Nel ricco Veneto è povero un abitante su sei

Il Rapporto statistico: aumentano esclusione e diseguaglianza sociale. Zaia: «Sparita la classe media»

VENEZIA. Il Rapporto statistico 2017 edito dalla Regione analizza l'articolato tema “Il Veneto e le sue abilità”, intese a livello individuale, imprenditoriale, istituzionale, già in essere come le eccellenze o da acquisire attraverso la formazione permanente (lavoro sul campo, competenza, conoscenza).

Ne esce la fotografia di un Veneto che, nonostante la crisi, tiene, produce, cresce. Ma se da un lato è tornato ad essere la locomotiva del made in Italy - il Pil grazie all'export, cresciuto dell'1,2 per cento con la media nazionale del +0,9 per cento, ammonta a 31.600 euro pro capite e l'occupazione ha ripreso ad aumentare - dall'altro emergono preoccupanti zone d'ombra.

Lo rivelano gli indici di disuguaglianza sociale, di povertà (in aumento) e di esclusione sociale che arrivano a coinvolgere un abitante su 6, pari a 800 mila persone.

Altri dati. Il 16,8 per cento della popolazione è a rischio contro una media nazionale del 28,7 per cento ed europea del 23,7 per cento. Il problema preoccupante è la disparità: il 10 per cento più ricco della popolazione accumula da solo 5 volte il reddito a disposizione del 10 per cento più povero (8,5 volte in Italia).

Nel 2015 circa 828mila persone in Veneto avevano un reddito inferiore alla cosiddetta "minima sociale". Sul delicato argomento interviene il governatore del Veneto Luca Zaia sottolineando l'inevitabile effetto della compressione dei ceti medi: «È sparita la classe media, vittima di una politica oppressiva e falsamente egualitaria che ha dimenticato l'antico motto “quando il ricco guadagna anche il povero magna”. Ricordo che quando il governo Monti si è insediato, tra i primi provvedimenti adottati ha pensato di tassare barche e yacht, affossando così tutto il settore della nautica da diporto e della cantieristica e relativi posti di lavoro».

Il presidente del Veneto precisa che l'impoverimento e la povertà sono un'emergenza: «Si contrastano creando occupazione e difendendo i posti di lavoro, non con misure assistenzialistiche o denari a pioggia».

E conclude: «Gli indicatori sulla formazione e sull'occupazione giovanile in Veneto dimostrano che qui il sistema delle istituzioni e delle imprese, grazie anche alla solida esperienza degli enti di formazione professionale, riesce ad offrire più opportunità che altrove».

Numeri da record, invece, su due importanti versanti: il turismo e le esportazioni. Il Veneto, nel 2016, ha raggiunto il suo record storico per numero di arrivi e di presenze turistiche.

In termini di arrivi i turisti sono aumentati del 3,5 per cento arrivando a quasi 18 milioni, in termini di presenze sono aumentati del 7,4 per cento arrivando a 65 milioni e 400 mila presenze (notti), ciò crea ricchezza per 11 miliardi e l'8,3 per cento del Pil del Veneto. Boom anche nell'export, 6 miliardi e 300 mila (+7 per cento), con produzione di qualità: 38 le tipologie di prodotti. Tra le eccellenze: il vino prosecco e il formaggio asiago.

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