«Non morire», fiori sulla strada per le vittime
Ogni anno in Italia muoiono in incidenti stradali 7 mila persone. Un opuscolo dei Servizi sociali del Comune di Padova e dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada con foto di Simone Falso sarà distribuito nelle scuole per invitare le classi e le famiglie alla riflessione

L'hanno presentata e il cielo ha spremuto tutte le sue lacrime: pioggia uggiosa, giornata tristissima. La pubblicazione, illustrata dall'assessore Claudio Sinigaglia, dal caposettore Panizzolo e da Vanna Detomi, dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada sta nella cornice delle campagne di prevenzione rivolte soprattutto ai giovani. S'intitola «Non morire».
Non è la prima: ce ne sono state altre con l'esposizione di lamiere contorte, sedili sfondati, parabrezza sbriciolati, le scarpe che nell'impatto si sfilano dai piedi. Questa è all'insegna della leggerezza, ma immagini che toccano il cuore, che testimoniano il dolore del «dopo», lo strascico di sofferenza che dura anni, a volte per sempre: un fiore dove una vita si è spezzata.
Li vedi bene percorrendo la città in una domenica ecologica. Altrimenti sono accecati dal traffico. «Altarini»: fiori fissati con lo scotch a un palo sotto l'immagine di un ragazzo o di una ragazza che lì ha perso la vita; fiori su un'aiuola spartitraffico o in un fazzoletto di verde oltre il guardrail, dove si è consumata la tragedia, fulminea, banale, la vita che se ne va per un attimo di distrazione, la morte per eccesso di velocità o per la guida in stato di ebbrezza.
Gli incidenti stradali stroncano ogni anno la vita di 7 mila persone, ne rendono invalide 20 mila, ne feriscono 300 mila. Sono l'epifania della nostra fragilità per per un epilogo inatteso che vanifica nello spazio di un sospiro programmi, sogni, carriere; che sbriciola in schegge di dolore aspettative, desideri di tenerezza; che lascia inespresse confidenze, che scava un vuoto incolmabile. Il simbolo dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada è un fiore piantato sulla linea di mezzeria di una strada che corre dritta come una freccia verso il tramonto. E il logo recita: «Lavoriamo insieme per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti, per dare precedenza alla vita».
«I nostri luoghi - scrive Detomi - sono diventati dei cimiteri, affollati di croci invisibili e di invisibili volti sorridenti, giovani e spensierati, aperti ad un futuro che per loro non è più arrivato». Le otto immagini del dépliant sono state scattate dal fotografo Simone Falso. C'è anche il racconto di due vite parallele: fratelli, o amici d'infanzia, crescono insieme, giocano, vanno a scuola, poi con l'età i percorsi si divaricano. Uno diventa medico, l'altro edicolante. Il medico è chiamato a New York, lo aspetta una splendida carriera. Parte con l'auto diretto all'aeroporto e... «la velocità forse troppo alta, la curva stretta, l'asfalto bagnato. La strisciata sull'asfalto. Il guardrail. Poi l'impatto, fortissimo, violentissimo, lacerante... Pamm...».
Ogni anno 7 mila morti sulle strade: una strage di dimensioni incredibili. Che fare per fermarla?Manda una tua riflessione, un ricordo. Oppure segnala una situazione di pericolo sulle strade e proponi la tua soluzione
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