«Non so, non ricordo» Il testimone Fagnani glissa sul crac bancario
VICENZA. Si sentono parecchi «non ricordo» e «non saprei» durante la testimonianza, apparsa assai titubante e durata praticamente tutta l’udienza sino a quasi le due del pomeriggio. Ieri, sul banco dei testimoni, per l’ennesima giornata dedicata al processo sul crac BpVi è salito Antonio Fagnani, 49 anni, vicentino, responsabile della pianificazione strategica all’ex Popolare dove venne assunto nel novembre 2010.
La voce di Fagnani si sente distintamente nel file audio del comitato di direzione di BpVi svolto dal top management a fine 2014. Si tratta della prima riunione ufficiale dell’organo convocata ufficialmente dopo anni. E di fatto sarà anche l’ultima.
Ma il responsabile pianificazione spiega al pm Gianni Pipeschi: «Io ascoltavo, ma non potevo entrare in contraddittorio». Poi, riascoltando le parole dell’ex dg Sorato l’aggiunta: «Secondo me le sue posizioni per arrivare a ottenere risultati erano troppo aggressive». Quindi il passaggio sulle famose operazioni “baciate”: «Che si trattasse di operazioni che dovevano essere dedotte dal patrimonio l’ho saputo solo nel 2015. Prima rientravano in una sorta di “area grigia”. Si trattava di un modus operandi che era al limite, ma che non era una novità. Comunque io il termine “baciata” l’ho appreso solo dopo l’ispezione della Bce».
L’accusa mostra una mail girata tra il management della banca nell’agosto 2014 in cui si parla di 43 operazioni“intoccabili” inerenti ad altrettanti “grandi clienti” della banca: quelli delle “baciate”? Fagnani non conferma. —
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