Noventa Vicentina, soffoca l’ex fidanzata e si accoltella

Lasciato dalla sua amata Luana, il giovane perde la testa. L’ultimo incontro per festeggiare Pasqua con gli amici nella nuova casa della ventisettenne di Cinto Euganeo. Le ha messo un sacchetto di nylon in testa. Poi ha tentato di uccidersi. Ora è all’ospedale in prognosi riservata e accusato di omicidio volontario
Il luogo del delitto
Il luogo del delitto
NOVENTA VICENTINA.
Luana voleva respirare aria nuova. Quel mini-appartamento in affitto doveva rappresentare una svolta: il distacco dalla famiglia e la fine di una relazione d’amore che durava da due anni e mezzo. Ma Luca era innamorato alla follia, al punto di uccidere.


Così nel giorno di Pasqua Luca Bedore, 24 anni, residente a Stanghella in via Arzerini 35, ha stroncato in pochi secondi la vita della fidanzata Luana Bussolotto, 27 anni, residente in via Fattorelle 29 a Valnogaredo di Cinto Euganeo. Le ha messo un sacchetto di nylon in testa, fino a che non l’ha vista cadere a terra esanime. Poi è rimasto accanto a lei tutta la notte, tentando più volte di togliersi la vita con un coltello da cucina. Solo all’alba si è deciso a raccontare l’inferno in cui era piombato. Prima ha chiamato i suoi genitori, subito dopo il 118. Ora si trova all’ospedale di Vicenza, in prognosi riservata e piantonato dai carabinieri. Il pubblico ministero Marco Peraro gli contesta l’omicidio volontario, aggravato dai futili motivi.


L’ultimo giorno insieme.
Gli amici sapevano tutto, i genitori quasi nulla. Quel che è certo, è che il loro rapporto era irrimediabilmente compromesso. Lei lo voleva lasciare, voleva cambiare vita, voleva fuggire dalla sua gelosia oppressiva. Ma lui non si rassegnava e pensava di riconquistarla inondandola di regali: cinquanta rose rosse qualche giorno fa, un grande uovo di cioccolata domenica, nel giorno di Pasqua. Così era riuscito a convincerla a pranzare insieme, proponendole poi un pomeriggio con alcuni amici nel nuovo mini-appartamento di Noventa Vicentina, in via Roma 94, nel complesso residenziale «Ai Tabacchi». Ma verso le 18 Luca e Luana sono rimasti soli. Ed è esplosa la furia.


Soffocata.
Forse Luca, per la prima volta, si è reso conto che non c’era più nulla da fare. Dopo aver salutato gli amici, tra i due è calato nuovamente il buio. L’ennesimo litigio, l’ennesima discussione. Luca ha perso la testa. L’ha aggredita a mani nude tentando di soffocarla, lei ha provato a divincolarsi ma in pochi secondi ha perso le forze ed è crollata sul pavimento. Quando l’ha vista senza difese ha agguantato un sacchetto di nylon e gliel’ha infilato in testa, stringendolo intorno al collo con uno strofinaccio. Luca ha mollato la presa solo nel momento in cui ha avuto la certezza della morte. Poi è rimasto fermo immobile davanti al corpo senza vita del suo amore.


Tentato suicidio.
Nel cuore della notte Luca Bedore, in preda al tormento, ha impugnato un coltello e se l’è conficcato nel petto, nelle braccia, nelle gambe. Voleva uccidersi ma non ha trovato il coraggio di andare fino in fondo. E dopo una notte trascorsa accanto al corpo della donna della sua vita, ha deciso di tornare alla realtà. Sconvolto e sporco di sangue ha telefonato prima ai suoi genitori, ai quali ha detto: «Ho fatto una cazzata». Poi ha chiesto aiuto al 118: «Ho fatto del male alla mia ragazza».


Si temeva la strage.
Quando i carabinieri di Noventa Vicentina sono arrivati in via Roma 94, in quella che doveva essere la nuova abitazione di Luana, ad attenderli in cortile hanno trovato Luca. I pantaloni e la maglietta erano sporchi di sangue e c’erano chiazze rosse ovunque, sulle scale in marmo e sul pianerottolo al primo piano. Tanto che in un primo momento si pensava che l’avesse ammazzata a coltellate. Ma quando sono entrati nell’alloggio, hanno trovato Luana supina sul pavimento del soggiorno, con il sacchetto ancora stretto sul viso, la pelle fredda, le guance bianche. Luca Bedore è stato caricato in elicottero e trasportato in ospedale. Subito sono stati informati i carabinieri di Lozzo Atestino, cui compete la vigilanza del Comune di Cinto Euganeo. A loro è stato chiesto di andare a controllare in via Fattorelle 29 a Valnogaredo, nell’abitazione dei genitori della ragazza. Si temeva la strage.


L’indagine.
I carabinieri del reparto operativo di Vicenza sospettano che la ventisettenne sia stata uccisa poco dopo le 18. Circostanza suffragata dalla consistenza del sangue trovato sulle mattonelle del soggiorno e dal parere del medico legale Andrea Galassi dopo l’esame esterno della salma. I militari hanno fatto luce su una realtà che le famiglie dei due giovani non sospettavano neanche lontanamente. Per molti quella continuava ad essere una coppia perfetta. In realtà la loro vita privata era diventata un inferno.


Gelosia.
Luca lavora come elettricista alla «Gemmo Impianti e Costruzioni Elettriche» con sede a Thiene (Vicenza), Luana invece aveva trovato un posto come impiegata alla «Staff International» di Noventa Vicentina, azienda satellite della Diesel di Renzo Rosso. Lei era oppressa. Qualche giorno fa aveva confessato a un’amica di essere esausta e di voler troncare la storia. Lui era gelosissimo: l’aveva persino obbligata a cancellare alcuni numeri dalla rubrica del telefono cellulare e le aveva proibito di iscriversi al social network Facebook. Ma per i genitori di Luana quello era un ragazzo perfetto, pacato, premuroso. Al punto che ieri, trascorsa ormai qualche ora dalla scoperta dell’atroce delitto, il refrain da casa Bussolotto era sempre lo stesso: «No, non può essere stato lui. Luca l’amava». Certo, l’amava alla follia. Al punto di uccidere.

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