Nuova mala del Veneto. Il “Cocco” e il legame con il boss Galatolo: dopo il suo arresto si imposero i mestrini

Otello Novello si rivolse al boss mafioso dopo essere stato minacciato da alcuni camorristi che volevano imporgli il pizzo sul trasporto di turisti
L’arresto a Mestre del boss mafioso Vito Galatolo, nel giugno del 2014
L’arresto a Mestre del boss mafioso Vito Galatolo, nel giugno del 2014

VENEZIA. A Otello Novello che proviene dal mondo dei cambisti i “Mestrini” non hanno mai perdonato tra il 2012 e il 2015 di essersi messo in affari con Cosa Nostra. La storia parte da lontano. Dopo gli arresti seguiti al pentimento di Maniero Novello cerca di riappropriarsi del “Sistema Tronchetto”. I carabinieri del Ros sono convinti, in quegli anni, che il “Cocco Cinese”, voglia accaparrarsi il trasporto dei turisti e quello delle vetrerie. Vuole tutto. Questo è possibile solo se controlli gli intromettitori che in maniera più o meno violenta indirizzano i turisti verso le barche “convenzionate”. Ma “el Cocco” rimane il boss del Tronchetto non per molti anni e alla fine torna a pagare tangenti ai “Mestrini”.

A quel punto Otello Novello decide che anche altri personaggi possono entrare nel business del Tronchetto. Una decisione che non va giù ai “Mestrini” che sull’isola hanno i loro uomini di fiducia, in primis Loris Trabujo. Novello non fa entrare uno qualsiasi, ma tale Vito Galatolo, rappresentante del clan mafioso dell’Acquasanta di Palermo e figlio di Vincenzo condannato all’ergastolo per l’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Gilberto Boatto per l’accusa è il nuovo boss
Gilberto Boatto per l’accusa è il nuovo boss

Galatolo arriva a Venezia nel 2012 quando esce dal carcere dopo una decina di anni trascorsi dietro le sbarre per mafia. Qui da qualche anno vive la moglie dipendente di una delle ditte di Giuseppe Corradengo, imprenditore siciliano che grazie all’appoggio della mafia, si aggiudica appalti in numerosi stabilimenti della Fincantieri in tutta Italia. Galatolo è testimone di nozze di Corradengo. Quest’ultimo sarà successivamente arrestato per mafia dalla Dda di Palermo. Per gli inquirenti Corradengo, altro non è che un prestanome di Galatolo. Questi racconta in giro di non passarsela bene e chiede soldi agli amici. Denaro che non restituisce e che fa sottolineare ai carabinieri che si tratta soldi che devono essere dati al boss.

Loris Trabujo e Sara Battagliarin
Loris Trabujo e Sara Battagliarin

La malavita veneziana, fa presto ad accorgersi di Galatolo. E se ne accorge anche il “Cocco” che lo assume, non per lavorare ma per farsi proteggere. Infatti succede che Novello viene minacciato da dei napoletani legati alla camorra. Gli vogliono imporre il pizzo sull’attività di trasporto turisti. Dalle intercettazioni telefoniche dei Ros di Palermo si capisce che Novello si rivolge, attraverso un palermitano residente a Mestre, a Galatolo per essere protetto. E il boss va a parlare ai napoletani. Il colloquio sortisce l’effetto voluto. Naturalmente il protettore deve rimanere accanto a chi lo paga e alle sue attività. Novello quindi, per non destare sospetti sulla presenza del boss in azienda, lo assume come manutentore di barche per le sue due aziende, anche Galatolo non sapeva nemmeno cosa era il motore di una barca. Lo stipendio è di 700 euro al mese. Siamo nel 2013 e secondo la Dda Galatolo mentre guarda i motori e i bagni delle barche di Novello, in realtà gestisca gli affari del clan in Sicilia. I rapporti tra Galatolo e Novello sono sempre più forti. Quasi sempre vanno via dal lavoro insieme e si fermano a parlare fitto fitto nella Mercedes di Novello. Galatolo viene arrestato nuovamente per mafia nel 2014. Rimesso in libertà viene riassunto dal “Cocco”. Quando il boss del Tronchetto sente addosso il fiato degli investigatori licenzia altre volte Galatolo e lo riassume poco dopo. È sempre a 700 euro. Il mafioso accetta questa situazione, nonostante un socio in affari che ha a Udine gli versa mensilmente 7500 euro. Perché, chiedono gli investigatori? E poi si danno una risposta: Galatolo cerca di infiltrare Cosa Nostra negli affari del Tronchetto. Nelle aziende di Novello vengono assunti anche altri due uomini fidati del boss palermitano. Galatolo si fa inviare soldi da Palermo. Quando parla in gergo del denaro fa riferimento a casse di pesce. Investe i soldi in alcune attività commerciali e in un appartamento. Se ne mangia parecchi al gioco e questo non piace al padre che chiude i rubinetti.

Comunque continua la sua scalata al controllo dei business veneziani e tratta due chili di cocaina con altri mafiosi che vivono a Milano. Droga che deve sconquassare gli equilibri della piazza Venezia. Ma la Dda di Palermo arriva prima e lo arresta. Ora fa il collaboratore di giustizia.Carlo Mion

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