Meloni e l’accordo sul Veneto, possibile incontro con Zaia

La trasferta veneta della premier per il Festival delle Regioni sarà probabilmente l’occasione per iniziare a parlare di elezioni regionali. La presidente del Consiglio vedrà anche i colonnelli del partito, decisi a rivendicare la presidenza

Enrico Ferro
Luca Zaia e Giorgia Meloni
Luca Zaia e Giorgia Meloni

Non solo Teatro La Fenice e visite istituzionali per la premier Giorgia Meloni. La sua trasferta veneta di martedì per il Festival delle Regioni sarà probabilmente anche l’occasione per iniziare a parlare di elezioni regionali. Con due momenti fondamentali: un faccia a faccia con il governatore Zaia e un incontro con i suoi colonnelli.

Siamo ovviamente nell’alveo del retroscena politico, che nessuno confermerà ufficialmente. La circostanza emerge però da due fonti qualificate.

E dunque si parte da qui, dal possibile faccia a faccia tra Zaia e Meloni a tema elezioni. La leader di Fratelli d’Italia sa benissimo che per quel che riguarda il Veneto l’accordo con la Lega va trovato con Zaia e non con Salvini.

Quindi sarà il momento giusto per chiedere al presidente del 77% quali intenzioni abbia, quali aspirazioni, quale sia la sua posizione rispetto alla formazione politica che dovrà esprimere il prossimo candidato di centrodestra.

I due, peraltro, si conoscono molto bene perché sono già stati al governo insieme durante il Berlusconi IV: lui ministro dell’Agricoltura, lei della Gioventù.

Ora però Giorgia Meloni può parlare nella duplice veste di leader politica ma anche di premier, magari con delle opzioni da offrire per il futuro prossimo. Da tempo si parla di una possibile uscita di Daniela Santanchè che potrebbe dare il via a un mini rimpasto nella squadra dei ministri.

Chi conosce Zaia sa però che non si accontenterà del Ministero del Turismo, peraltro senza portafoglio. Il presidente del Veneto si ostina a ripetere che il suo futuro è una partita slegata dalla scelta del suo successore.

In realtà il punto di caduta è proprio questo: trovato l’accordo con Zaia, sarà semplice a quel punto farlo anche con Salvini e, allargando il campo, con tutti gli alleati del centrodestra. A tal proposito, il famoso tavolo nazionale sembra sarà convocato subito dopo le amministrative di maggio. E Giorgia Meloni si vuole sedere con un accordo già fatto con Zaia.

L’altro incontro propedeutico alle prossime regionali sarà quello con i suoi colleghi veneti: certamente con il segretario regionale Luca De Carlo e con il senatore Raffaele Speranzon, ma anche con il deputato veronese Ciro Maschio.

Tre persone con cui Meloni ha condiviso anni e anni di militanza politica prima ancora della nascita di Fratelli d’Italia. Loro proveranno a trasferire tutta la passione che li anima in questa corsa a prendersi il Veneto, dopo 15 anni di strapotere della Lega.

La fine del ciclo di Luca Zaia come governatore di Regione apre il campo a un cambio di leadership e i Fratelli veneti sono pronti. Sanno di partire da un consenso che, tra politiche ed europee, ha sfiorato addirittura il 37%.

«I voti li abbiamo, la classe dirigente per esprimere il presidente pure», dicono con convinzione. Ma il passaggio di consegne non è né semplice né scontato. C’è solo un dato inequivocabile: il primo partito d’Italia non amministra nessuna regione del Nord Italia. Una latitanza che non potrà durare ancora a lungo.

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