Il diciannovenne accusato dell’omicidio di Lorenzo è uno studente di un istituto tecnico
Badr Rouaji frequenta lo Scarpa di Montebelluna e da un anno è cittadino italiano. Il preside: «Compagni increduli». L’altro arrestato, Taha Behnami, 22 anni, lavora come operaio in una fabbrica

Sono entrambi residenti a Montebelluna, uno studente, l’altro operaio, i due arrestati in seguito alla sanguinosa e mortale rissa avvenuta nel parcheggio della Baita al Lago. Badr Rouaji, 19 anni, arrestato perché indiziato dell’omicidio del 20enne Lorenzo Cristea, di tentato omicidio e rissa aggravata, è studente della 4° manutentori elettricisti dello Scarpa, il settore professionale dell’It Einaudi-Scarpa, da un anno aveva ottenuto la cittadinanza italiana.
Taha Behnami, 22 anni, è invece operaio in una fabbrica della zona, il padre abita a Biadene, lui invece vive con uno zio ed ora è in arresto con l’accusa di rissa aggravata, lesioni personali e porto abusivo d’arma.
Sconcerto in classe
La notizia che l’arrestato per omicidio era un loro compagno di classe ha fatto irruzione come un terremoto ieri mattina nella 4° manutentori elettricisti. Il suo banco ieri mattina era vuoto, nel registro elettronico è stata registrata la sua assenza dalle lezioni, ma tutti a scuola sapevano già il motivo.
Nel suo curriculum scolastico, al di là di una bocciatura, non c’era nulla di allarmante: non aveva mai provocato situazioni di conflitto a scuola. Tra i ragazzi lunedì 5 maggio mattina girava il video della rissa mortale nel parcheggio della discoteca di Castelfranco, consegnato anche ai carabinieri.
«Sia i ragazzi che gli insegnanti sono sconvolti» spiega il preside dell’It Einaudi Scarpa, Massimo Ballon, «sapere che un loro compagno di classe girava col coltello in tasca ha lasciato sotto choc sia loro che i docenti. Adesso cercherò un esperto psicologo da mandare in classe a parlare con i ragazzi e con i docenti: anche questi ultimi infatti sono sconvolti perché la situazione che stanno vivendo è difficile e più di qualche volta qualcuno di loro è stato oggetto di velate minacce».
L’amico, operaio con permesso di soggiorno
Taha Behnami è in Italia da tre anni, con un permesso di soggiorno temporaneo. Niente scuola, fa l’operaio in fabbrica. Nei locali pubblici del centro storico di Montebelluna il 22 enne era noto, e con lui il 19 enne, visti spesso insieme e altre volte causa di problemi. Il giorno successivo all’omicidio la città si interrogava sul livello di violenza di cui si sono dimostrati capaci quei due giovani.
«Spero buttino via le chiavi», afferma il sindaco di Montebelluna, Adalberto Bordin, «è terrificante quanto è accaduto. Tutti da giovani abbiamo avuto dei diverbi, ma poi tutto finiva lì, invece oggi no, ma non solo qui, bensì in tutta Italia, e sicuramente deve far riflettere il livello di violenza che ormai è diffuso tra i giovani».
La comunità marocchina
Anche tra la comunità marocchina di Montebelluna la notizia ha provocato sconcerto. Ad Attawasol, luogo di ritrovo di molti islamici della zona, non conoscono i due giovani arrestati, non hanno mai frequentato il centro. «Ai nostri giovani diciamo sempre, nelle preghiere del venerdì, che le regole vanno rispettate, ma è un messaggio che raggiunge quelli che frequentano la nostra associazione, non gli altri», spiega Salah Eddine Mourchid, presidente di Attawasol, «proprio per questo e alla luce degli ultimi tragici eventi vogliamo proporre assieme al Comune alcune iniziative con formatori e coach che consentano di raggiungere anche quelle famiglie e quei giovani che non frequentano il nostro centro». —
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