Ottobre, il mese delle vespe, ecco i pericoli e come evitarli
Si sono moltiplicate le segnalazioni di attacchi da parte di questi insetti. I tecnici forestali "Sono molto attive per raccogliere cibo prima del freddo. Il trucco? Tenete i cani a guinzaglio"

PADOVA. Passeggiate e punture, può succedere in autunno quando le vespe stanno raccogliendo forsennatamente cibo prima della stagione fredda.
In questi giorni ci sono state sui colli Euganei parecchie segnalazioni di attacchi da parte di calabroni. In particolare due hanno riguardato il monte Venda, una tra le mete preferite per le escursioni autunnali, precisamente sul punto chiamato “Corno del Venda”, e il monte Madonna, sul sentiero degli Alpini. Ma altri casi sono stati segnalati sul Montello, sul all’isola della Certosa a Venezia, a Mirano e a Vittorio Veneto.
Molti parlando di calabroni, ma i tecnici forestali dell’Ente Parco spiegano che si tratta di una particolare tipo di vespa molto grande, la vespa crabro. «Sono grosse e ancora molto attive in questa stagione in quanto alla ricerca di cibo per affrontare il letargo. Per questo, durante passeggiate ed escursioni, è necessario prestare molta attenzione».
I colli Euganei, il Montello, il Cansiglio, le isola della laguna, i boschi di pianura, sono meravigliosi d’autunno, ma oltre a tante bellezze, purtroppo è possibile fare anche degli incontri sgraditi, come nel caso di queste grosse vespe.
Del resto ci troviamo all’interno di un ambiente naturale, dove i pericoli sono sempre latenti. Comunque per evitare spiacevoli inconvenienti con questi insetti è sufficiente usare qualche precauzione, perché diventano veramente pericolosi solo se vengono infastiditi o se avvertono un pericolo per il loro nido che solitamente scavano nel terreno, distinguibile come un grosso buco circolare del diametro di 4-5 cm, oppure nelle fessure profonde degli alberi secchi. In entrambi i casi la presenza è segnalata da uno o due individui nei pressi dell’apertura.
IL CONSIGLIO
Secondo gli esperti del Parco il pericolo è maggiore soprattutto per chi va a castagne o a funghi: «In questo caso è bene operare con molta circospezione prima di mettere le mani a terra o spostare cumuli di foglie secche. Anche i cani andrebbero tenuti al guinzaglio perché solitamente sono loro ad aizzare la reazione delle vespe».
IN CASO DI ATTACCO
Se si è abbastanza distanti, cioè se la reazione è stata provocata da un cane, meglio scappare, ma se siamo stato noi o un congiunto a scatenare le vespe la cosa migliore da fare sarebbe quella di restare immobili. «Se si riesce a corpirsi e poi a restare fermi questo è, il modo migliore per ridurre la loro percezione di pericolo in quanto attaccano solo se si sentono minacciate. La loro puntura è molto dolorosa, molto più di quella di un’ape e rispetto a quest’ultima, che può pungere una sola volta, la vespa può tornare a colpire diverse volte.
Attenzione se voi o qualcuno a voi vicino spffre di allergie o si trova particolarmente vicino al nido: «Il veleno crea immediati rigonfiamenti della pelle, ma non costituiscono un pericolo per la salute a meno che le punture siano numerose (si può andare incontro a shock anafilattico) o il soggetto sia affetto da qualche allergia».
Insomma, l’unica cosa che rassicura è che questi insetti sono piuttosto rari all’interno del Parco e quindi anche un loro possibile incontro è poco frequente.
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