Padova, amici a quattro zampe in Oncoematologia per aiutare i piccoli pazienti a stare meglio

Il progetto è stato finanziato dalla Regione con 36 mila euro e coinvolge anche Città della Speranza e Zooprofilattico
Elena Livieri
Alcuni momenti di socializzazione dei bambini con i cani: il progetto è finanziato dalla Regione
Alcuni momenti di socializzazione dei bambini con i cani: il progetto è finanziato dalla Regione

Il cane è il miglior amico dell’uomo, e ancora di più di bambini e ragazzi. A maggior ragione se sono quelli ricoverati nella Clinica di Oncoematologia pediatrica dell’Azienda Ospedale-Università di Padova: grazie a un finanziamento regionale è infatti partito il progetto sperimentale “Umanizzazione delle cure in oncoematologia: creare valore per il paziente pediatrico attraverso gli interventi assistiti con il cane”.

L’iniziativa, di cui è referente la professoressa Alessandra Biffi che dirige l’Oncoematologia pediatrica, coinvolge anche la Fondazione Città della Speranza e l’Istituto Zooprofilattico-Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali.

«Numerosi studi clinici hanno confermato il beneficio, in termini di benessere emotivo, apportato dalla presenza di un animale da compagnia ai pazienti oncologici sottoposti ai trattamenti terapeutici» si legge nella delibera firmata nei giorni scorsi dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera Giuseppe Dal Ben, «l’interazione tra l’animale ed il paziente oncologico è finalizzata al recupero, da parte di quest’ultimo, di autostima e capacità relazionale, nonché alla riacquisizione di abilità psicologiche e motorie perdute durante il decorso della malattia».

Questi tipi di interventi vengono effettuati ovviamente da professionisti e operatori adeguatamente formati con il coinvolgimento di animali domestici: possono essere indirizzati a diversi target di utenza e avere finalità co-terapeutiche (terapia assistita con gli animali), educative (educazione assistita con gli animali) o ludico-ricreative (attività assistita con gli animali).

Sono quindi vari i momenti e le modalità con cui si sviluppano in reparto le interazioni fra i piccoli pazienti e i loro nuovi amici quattro zampe.

L’utenza pediatrica rappresenta uno dei target principali di questi interventi che sono resi non solo in contesti educativi o ludico-ricreativi come le scuole, le fattorie didattiche e gli asili, ma anche in contesti sanitari a elevata complessità come le strutture ospedaliere.

«I reparti pediatrici e in particolare le oncoematologie sono contesti di cura estremamente complessi per gestione ed organizzazione» sottolinea il documento, «e richiedono un elevato livello di umanizzazione dello spazio di cura, inteso come spazio fisico e ambiente sociale in grado di accogliere e ospitare il bambino e i suoi familiari».

Da qui la proposta del progetto di Pet Terapy da condurre con la collaborazione di Città della Speranza e Istituto Zooprofilattico inviata alla Regione Veneto dell’Azienda Ospedale-Università Padova, secondo una prospettiva di lavoro integrato e coordinato volto a migliorare il benessere dei piccoli pazienti, ma anche di mamme e papà che li assistono.

La Regione Veneto non ha fatto attendere la sua risposta, accordando al progetto un finanziamento di 36 mila euro.

«La Pet Therapy contribuisce ad alleviare lo stress psicologico dei piccoli pazienti e talora anche dei loro genitori» conferma la professoressa Biffi, «promuove il benessere dei bambini durante la degenza che a volte può durare purtroppo molte settimane. Le interazioni con gli animali di terapia normalizzano infatti l’esperienza dell’ospedale e soprattutto i pazienti più piccoli dimostrano una maggior accettazione della malattia. Per i bimbi» conclude Biffi, «è un po’ come essere a casa e quindi diventa più semplice vivere serenamente il periodo di cura in corsia».

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