Padova, guerra ai piccioni: "Sono troppi"Multe da 500 euro a chi dà il grano
L'ordinanza del sindaco Flavio Zanonato contro il "pericolo igienico-sanitario rappresentato dal possibile rischio di trasmissione all’uomo di malattie e il danno agli edifici e ai monumenti"

PADOVA. Padova come Venezia: è guerra ai piccioni. O meglio, per non incorrere nelle ire di animalisti più o meno convinti, battaglia contro chi ai piccioni dà il cibo, favorendone il proliferare. Un atto che da oggi può costare anche 500 euro.
A stabilirlo è un’ordinanza del sindaco Flavio Zanonato, datata 1º aprile. Uno «scherzo» in piena regola, che toccherà il portafoglio di chi «getta volontariamente sul suolo pubblico granaglie, scarti ed avanzi di cibo in siti accessibili ai piccioni». Ma non solo: la stessa sanzione graverà anche sulle spalle di chi vende mangime per piccioni in strutture ambulanti o meno. Il pugno di ferro riguarda solo il centro storico, in particolare «le piazze, le vie e le aree attigue alla basilica di Sant’Antonio».
Dare del mangime ai piccioni è un’abitudine diffusa non solo fra i turisti, ma anche fra i residenti. In questo modo, però, si altera il normale ciclo della natura, contribuendo al richiamo di esemplari anche dalle zone vicine con un «aumento esponenziale e innaturale» del numero.
Sempre nel testo dell’ordinanza vengono ricordate anche le motivazioni del provvedimento. Nelle zone descritte, infatti, «la quantità di piccioni presenti ha assunto livelli tali da destare preoccupazione sia per il potenziale pericolo igienico-sanitario rappresentato dal possibile rischio di trasmissione all’uomo di malattie, sia per il danno agli edifici, ai monumenti e al grave pregiudizio del decoro urbano».
Non si tratta del primo caso di sovraffollamento di specie animali in città: qualche anno fa si verificò lo stesso problema con le anatre della Specola. Animali coccolati dai turisti e dai passanti, tanto da riprodursi a dismisura. In quel caso si intervenne con misure di limitazione, la stessa campagna che si combatte in provincia contro il proliferare spaventoso di nutrie, che con le loro gallerie minano argini e ponti.
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