PADOVACompra e regala cioccolatini scadutiLa cliente: "Non vogliono risarcirmi"

Aveva acquistato la scatola di cioccolatini nella notissima pasticceria Biasetto per fare un regalo. Ma erano scaduti da tre anni. Una figuraccia, oltre tutto pagata 54 euro. Quando si è presentata per il reclamo da Biasetto, il pasticcere "campione del mondo", le hanno fatto compilare un modulo riservato ai clienti insoddisfatti, dicendole che sarebbe stata contattata. Ma Attilia Lago da febbraio sta ancora aspettando
PADOVA. Il 13 febbraio scorso ha acquistato una scatola di cioccolatini da regalare. Ma la sera stessa scoprì che era scaduta tre anni prima. Quando il giorno dopo si presentò in pasticceria le fecero compilare un modulo riservato ai clienti insoddisfatti, dicendole che sarebbe stata contattata. A fine aprile sta ancora aspettando. Per questo ha deciso di raccontare la sua disavventura.


«Ho deciso di raccontare la storia perché prima di tutto mi è dispiaciuto per le persone che ho coinvolto - esordisce la signora Attilia Lago, residente in città - e poi perché credo che ci voglia modo e metodo in tutte le cose. Quelli della pasticceria mi hanno trattato malissimo. Sono stati indelicati».


La scatola («una confezione a cubo che conteneva una cinquantina di cioccolatini») era costata 54 euro. Attilia Lago l’aveva acquistata alla pasticceria Biasetto di via Facciolati il 13 febbraio scorso. Doveva omaggiare una amica che l’aveva inviata per cena. Una cena a cui lei teneva molto. Per questo aveva pensato che un cadeau griffato dal pasticcere padovano campione del mondo sarebbe stato il massimo. Invece, il regalo si è trasformato in una beffa. La padrona di casa, quando il giorno successivo ha aperto la scatola, ha letto quasi d’istinto la data di scadenza ed è trasalita. Da consumarsi entro il 2/2007, c’era scritto. Tre anni prima. «Ricordo che il lunedì mattina questa amica mi chiamò dicendomi che i cioccolatini erano scaduti. Mi sono subito scusata tantissimo. Poi ho chiesto se qualcuno si era sentito male. Fortunatamente nessuno li aveva mangiati - continua la signora Attilia - ma l’imbarazzo che ho provato quella mattina è stato nulla in confronto a quello provato se ripenso a come mi hanno trattato successivamente i responsabili della pasticceria».


La donna, infatti, martedì 16 febbraio è tornata in pasticceria con la scatola. «Ricordo di aver parlato con la stessa persona che mi aveva venduto i cioccolatini - aggiunge - io ho chiesto di parlare con il titolare. E ho spiegato il motivo della mia visita. La donna mi disse di essere intenzionata a ridarmi i soldi della scatola. Ma io ho insistito dicendo che prima volevo parlare con il titolare. Così mi disse di ritornare».


Attilia Lago, è ritornata il venerdì successivo. «Ancora una volta ha parlato con la stessa donna - chiude la signora Attilia - ma stavolta, oltre che negarmi la possibilità di parlare con il titolare, disse che aveva avuto ordine di non ridarmi i soldi. Mi allungò un foglio e mi disse di compilare la scheda dei reclami. E che sarei stata contattata al più presto. Beh, non solo è trascorso San Valentino, ma anche la Pasqua è passata. E a me non mi ha chiamato ancora nessuno. Non mi resta che attendere».

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