PADOVAGiovane operaio muore folgoratomentre ripara la linea ferroviaria
La tragedia giovedì pomeriggio. Luigi Borrelli, 31 anni, padre di due figli, è stato raggiunto da una scarica elettrica di 5 mila volt. Stava lavorando alla manutenzione della linea elettrica aerea della ferrovia, nella zona di campo di Marte, poco lontano dalla stazione

PADOVA. E’ rimasto intrappolato nel campo magnetico dell’alta tensione: i 5 mila volt che passano lungo i cavi della linea continua che sorvola i binari a Campo Marte non gli hanno lasciato scampo. Luigi Borrelli, 31 anni, sposato e con due figli, è morto folgorato.
Quello di ieri è il secondo infortunio mortale in meno di una settimana, dopo la morte di Massimo Zanon, il meccanico di Limena rimasto schiacciato da un Tir.
Luigi Borrelli, residente a Napoli in via Rovello 14, dipendente della ditta Gcf (Generale costruzioni ferroviarie) Spa di Grottaglie (Taranto), incaricata dalla Rfi (Rete Ferroviaria Italiana società partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato) di rinnovare la linea elettrica del tratto padovano, ieri verso le 15.20 era arrivato a Campo Marte con altri due colleghi partenopei (l’intera squadra alloggia in un hotel a Mestre) per preparare l’intervento di sostituzione dei cavi in programma per ieri notte.
Tuttavia, appena Luigi Borrelli è salito sulla scala di plastica per sistemare un rocchettone in cima ad un palo, o non si è accorto che dietro di lui passava la linea ad alta tensione, oppure pensava che fosse staccata: l’interruzione, comunque, non era prevista. In un istante, Luigi Borrelli è stato «risucchiato» dal campo magnetico e colpito da una scarica da 5 mila volt, appena venuto a contatto con il cavo dell’altra tensione. L’operaio è caduto di spalle da un’altezza di cinque metri. Un volo terribile e fatale.
Sul posto sono arrivati gli operatori del Suem ed è iniziata una terribile guerra di nervi. I compagni di lavoro di Borrelli, infatti, sotto choc, pensando che le manovre effettuate dai sanitari (per defibrillare, intubare e somministrare farmaci), fossero soltanto perdite di tempo (volevano che fosse trasportato subito all’ospedale), hanno cominciato ad inveire, spintonando e tirando un calcio agli addetti del 118 che, tra l’altro, stavano già gestendo una situazione disperata con i treni che continuavano a passare a pochi centimetri dalle loro teste.
Fortuna ha voluto che uno degli operai prendesse in mano la situazione, calmando i compagni di lavoro e convincendoli a sistemarsi con le bandierine ai lati opposti del luogo della tragedia per segnalare la presenza di persone vicino ai binari agli eventuali convogli in transito. Lasciando che il Suem operasse in sicurezza: ma non è bastato. Luigi Borrelli è morto poco dopo. La scarica elettrica gli ha schiantato il cuore. Gli agenti della Polfer hanno ascoltato i presenti, mentre i responsabili dello Spisal hanno aperto un’inchiesta, così come ha fatto Rfi «per accertare l’esatta dinamica dell’incidente».
Nel marzo del 2006, sempre un operaio della Gcf rimase folgorato in stazione a Padova, ma si salvò.
Argomenti:incidenti sul lavoro
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