Palombarini in politica: sarà capolista per Ingroia

PADOVA. Giovanni Palombarini, il magistrato che fu giudice istruttore ai tempi dell’inchiesta sul «7 aprile» e più tardi segretario nazionale e poi presidente (tra il 1982 e il 1990) di Magistratura democratica, sarà il capolista di Rivoluzione civile nel Veneto. «Non è ancora detto - si schermisce il magistrato 77enne, che vive a Padova - ma certo ho dato la mia disponibilità dopo che l’assemblea dei movimenti che fanno riferimento ad Antonio Ingroia ha segnalato il mio nome».
L’ufficializzazione della candidatura avverrà nei prossimi giorni: «Diciamo che per ora è una candidatura in itinere – scherza il magistrato, ora in pensione – . Deve confluire a Roma e confrontarsi con tutte le altre segnalazioni giunte dai movimenti che compongono la lista di Rivoluzione civile. Ma io ho dato la mia disponibilità».
L’ingresso in politica di Palombarini caratterizzerà ancor di più il movimento di Ingroia quale partito dei giudici: «È presto per dirlo, vedremo le liste, ma credo che non vi sia il rischio di essere connotati in questo modo - aggiunge il magistrato - . Molte persone della società civile hanno dato la loro adesione a questa lista, sarà tutto più chiaro nei prossimi giorni».
Palombarini spiega così la nascita di questa candidatura: «Qualche mese fa sono stato coinvolto nella stesura del Manifesto per un soggetto politico nuovo con Luciano Gallino, Marco Revelli e Livio Pepino. Ci siamo chiesti per quale ragione un pezzo di società civile, da tempo attiva nelle battaglie per la difesa dei diritti civili non abbia una rappresentanza parlamentare. E pensiamo che questa iniziativa possa anche contribuire ad arginare il fenomeno dell’astensionismo dalla politica».
La candidatura di Palombarini, dunque, (probabilmente capolista al Senato nel Veneto) dovrebbe essere annunciata nei prossimi giorni dal leader Ingroia, ma prima dovrà essere condivisa con gli altri soggetti politici che compongono l’arcipelago di Rivoluzione civile, primo fra tutti i resti di Italia dei valori che ha già inviato a Roma le sue candidature venete.
L’interessato, comunque, mostra già il suo entusiasmo: «Dopo molti anni al servizio delle istituzioni dentro alla magistratura credo ancora molto nell’impegno diretto alla vita pubblica. Io penso che questa lista possa dare speranza a molte persone che credono a un paese migliore. Per questo mi sono messo a disposizione, naturalmente a determinate condizioni».
Giovanni Palombarini, al tempo del suo impegno diretto in magistratura, ha seguito il processo alle Brigate rosse per l'omicidio dei due militanti del Movimento Sociale Italiano in via Zabarella (1974), il «7 aprile» contro Autonomia operaia (1979), il «processo ai Nocs» per le torture ai brigatisti arrestati dopo il sequestro Dozier. Nel 1990 è stato eletto nel Consiglio superiore della magistratura ed è stato protagonista di importanti polemiche con l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
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