«Papà aiutami, non respiro più»: è morta tra le braccia dei genitori

Maria Vittoria soccorsa dai familiari dopo lo choc anafilattico: «Non dimenticheremo mai le sue ultime parole»

TREVISO. Un calciobalilla, sotto la veranda, accoglie chi arriva all’uscio di casa Salvadori. Ieri mattina, a 36 ore dalla scomparsa di Maria Vittoria, a giocarci c’erano i suoi cugini. Senza urla, né schiamazzi. Ma si intravede qualche sorriso, quasi a volersi “specchiare” in quello di Maria Vittoria, che tutti qui hanno impresso indelebile in mente. Dentro, mamma Lina e papà Mauro sono circondati da parenti ed amici. Ricordano la 12enne, si fanno forza gli uni con gli altri, si ripercorre quel tragico venerdì sera. Quella serata in cui, all’interno di una pizzeria di Visnadello, la ragazza – mentre cenava assieme a quattro amici attorno alle 20. 30 – si è sentita male.

LA SERATA

Erano i primi sintomi dello choc anafilattico scatenato da un’allergia alle proteine del latte con cui la giovane conviveva dalla nascita. Maria Vittoria chiama la madre, si fa portare velocemente a casa, e qui le vengono prestate le prime cure, con i farmaci. Un cenno di ripresa e poi, improvvisa, la ricaduta, sotto gli occhi dei genitori. Vani, oltre al massaggio cardiaco praticatole dal papà, i soccorsi e i tentativi di rianimarla da parte del Suem 118 di Treviso, giunto sul posto. «Papà, non respiro, aiuto. Sono queste le ultime parole che mi ha detto, non potrò dimenticarle mai» dice con un filo di voce Mauro Salvadori, padre di Maria Vittoria, «è stata una questione di attimi, al pari di altre volte in cui aveva avuto delle crisi. Questa volta, però, non c’è stato nulla da fare. Si è sentita mancare il respiro e di fatto se ne è andata tra le nostre braccia: abbiamo sperato fino all’ultimo che le nostre manovre e quelle dei soccorritori andassero a buon fine, ma così non è stato». È stato con ogni probabilità un arresto cardiaco, in seguito allo shock anafilattico, la causa che ha portato al decesso della giovane, che avrebbe compiuto 13 anni il prossimo 7 settembre.

funerale “colorato”

Non si sa ancora se sul corpo della ragazza verrà effettuata l’autopsia. Se così non fosse i funerali potrebbero essere celebrati già domani o mercoledì. In caso contrario servirà attendere il nulla osta da parte delle autorità. In famiglia, tuttavia, c’è già una certezza per il rito funebre della ragazza, che sarà celebrato nella “sua” chiesa di Visnadello: «Vogliamo sia un funerale colorato, in cui i colori vincano sul nero del lutto» dicono infatti i genitori. «Sarà un modo per aiutarci a vivere in maniera diversa questo momento difficile» aggiunge papà Mauro, «Maria Vittoria ci ha sempre trasmesso una grande gioia di vivere, amava la vita. Per questo i colori saranno il miglior modo per ricordarla».

l’appello

La ragazza con i colori ci avrebbe anche voluto lavorare. Per la prossima estate, quando avrebbe concluso il terzo anno alle scuole medie Martini di Treviso, aveva già in mente di iscriversi all’indirizzo “grafica” dell’istituto superiore Palladio. La famiglia Salvadori, in queste ore in cui è stata scossa dal dramma, non si è chiusa in se stessa. Oltre a ricevere il conforto di tantissimi tra amici e conoscenti, infatti, ha voluto lanciare un appello. Quello alla sensibilizzazione verso le allergie, di qualsiasi forma esse siano. Un appello che papà Mauro rinnova. «In Italia, purtroppo, siamo ancora indietro su questi aspetti: c’è poca consapevolezza sui reali pericoli a cui le allergie possono portare» dice il genitore, «serve una grande presa di coscienza da parte di tutta la società. Per primi i genitori, che non devono sottovalutare nulla, affiancati da chi gestisce degli esercizi pubblici: servono grandi attenzioni e preparazione. Perché drammi come quello che oggi ci tocca non si verifichino più».

«resterà il sorriso»

Loro stessi, mamma Lina e papà Mauro, negli anni in cui Maria Vittoria cresceva, avevano svolto varie lezioni di primo soccorso, per essere pronti – in caso di crisi della figlia – ad agire. E negli ultimi mesi si stavano informando per nuove cure sperimentali. Per trovare una soluzione a quell’allergia che venerdì si è portata via Maria Vittoria. «Vista l’età e la comprensibile voglia di crescere normalmente al pari dei coetanei di nostra figlia, da alcuni mesi, ci stavamo informando su eventuali nuove cure sperimentali in centri specializzati, come peraltro avevamo già fatto in passato. Ma una vera soluzione non si era mai trovata» aggiungono Lina e Mauro, «speravamo di poter vedere, assieme a lei, la luce in fondo al tunnel. Ma venerdì si è interrotto tutto. Ci resta il ricordo del suo sorriso».—
 

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